Estate Romana, continuano i dubbi degli organizzatori

Gli eventi saranno due per municipio. Salve le manifestazioni storiche come L’isola del Cinema e Letterature

Mauro Favale per La Repubblica Roma

 

Dice Luca Bergamo che «quelle di Renato Nicolini» sull’Estate romana «erano iniziative indimenticabili che nessuno oggi ha l’ambizione di riprodurre». Tanto più che, a distanza di 40 anni dal debutto di una delle kermesse più famose e longeve patrocinate dal Campidoglio, è cambiato un mondo. Adesso al governo ci sono i 5 Stelle e il vicesindaco e assessore alla cultura (con un passato di centrosinistra) vuole provare a dare la sua impronta. Lo fa, però, senza riuscire a racimolare, per l’edizione del quarantennale, un euro in più rispetto agli ultimi quattro anni: anche stavolta sul tavolo ci sono un milione e mezzo di euro. Per dire: soltanto 10 anni fa, per il trentennale (in epoca pre-spending review), la giunta allora guidata da Walter Veltroni ne investì 3 milioni: 2 per la manifestazione “storica” e uno per quella “decentrata” nei vari Municipi.

 

Anche stavolta, nelle linee guida approvate dalla giunta l’altro ieri, si parla di una kermesse “diffusa” sul territorio. La novità maggiore rivendicata in assessorato è proprio questa: l’aver reso strutturale quest’approccio che prevede «almeno» due eventi per ogni Municipio. Il programma è ancora lontano dall’essere composto. Oggi, negli auspici di Bergamo, dovrebbe essere pubblicato il bando, con soli dieci giorni di anticipo rispetto a un anno fa. Un po’ poco per una giunta in carica da quasi 10 mesi che, per la sua prima Estate romana (tanto più quella del quarantennale ) ha avuto tutto il tempo per impostare il lavoro. Un tempo impiegato, spiegano in assessorato, per imbastire un dialogo con operatori e municipi. Alla fine il risultato sono «i nuovi indirizzi strategico-operativi 2017-2019» approvati due giorni fa che, scrive il Campidoglio in una nota, «riconoscono la ricchezza dell’offerta culturale sommersa e aprono a ogni forma di proposta culturale, dunque non solo spettacolo, con l’ambizione di diversificare l’offerta a disposizione di cittadini e turisti».

 

Dovrebbero, dunque, essere mantenuti gli appuntamenti storici, dal Festival delle letterature a Massenzio al cinema sull’Isola Tiberina e in piazza San Cosimato a Trastevere. Dopo l’assenza dello scorso anno potrebbe tornare il maxi schermo anche in piazza Vittorio. A tutto ciò, dovrebbero poi affiancarsi le manifestazioni nei municipi per tentare, nelle intenzioni di Bergamo, una “ricucitura” dell’intera kermesse in tutta la città. Gli “indirizzi” approvati prevedono, inoltre, la possibilità di presentare proposte che si sviluppano in tre annualità oltre a procedure burocratiche «semplificate» per gli operatori. Infine, un occhio all’ambiente: «Tutti i soggetti organizzatori — scrive il Campidoglio — dovranno garantire la raccolta differenziata e la pulizia dell’area utilizzata a conclusione delle manifestazioni». Il cuore della proposta di Bergamo, a 40 anni dalla prima Estate romana è «la sfida di incentivare la vita civile fuori dal centro, valorizzando la vivacità culturale diffusa che si esprime attraverso forme nuove che nel passato non hanno trovato adeguato spazio nelle regole dei bandi». Tra qualche settimana il programma dirà se la sfida è stata vinta.

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