File chilometriche per vedere una stazione: cronache da una città strana

La stazione di San Giovanni sarà attiva in autunno ma apre i battenti al pubblico: boom di visitatori

Sono Pazzi Questi Romani, avrebbe detto Asterix se avesse visto l’orda di persone accorse a vedere l’open day della Metro C a San Giovanni. Ebbene sì, nel giorno in cui la stazione della metropolitana San Giovanni ha aperto i battenti, la risposta della cittadinanza è stata incredibile. File chilometriche e calche da Black Friday sono state lo sfondo di un particolare sabato romano. Con una convinzione in più per i cittadini: la stazione di San Giovanni esiste ed è anche bella.

L’attesa biblica ha dato alla nuova fermata un’aura mitologica e ha trasformato la sua apertura in un happening imperdibile. Ad attirare il flusso di romani curiosi c’è l’impronta museale della nuova struttura ma soprattutto l’evento in sé, diventato una leggenda metropolitana. Ci sono state intere generazioni cresciute con il cantiere della Metro C a Largo Brindisi, romani nati negli anni ’90 che davanti alla Coin hanno visto solo una recinzione gialla.

Lavori che sono entrati nella vita di migliaia di cittadini di San Giovanni, nel caso dei commercianti della zona, spesso, con risultati disastrosi.

Così, nella città dove tutto funziona al contrario, capita di vedere una stazione trattata come un bene tutelato dall’UNESCO e altri beni archeologici che i romani non si filano proprio.

Un risultato pregevole che nasconde un dato preoccupante: le cose fatte bene, a Roma, incuriosiscono, turbano e spingono i cittadini a constatare di persona, in massa, la novità. Un boom di visite le cui ragioni vanno ricercate nella curiosità ma anche nella diffidenza, nella presenza di reperti ma anche nella sorpresa di vedere un’opera realizzata – bene – in una città ferma. Il tutto con il rischio di un mega pesce d’aprile.

Per il biondo gallico inventato da Goscinny e Uderzo, un altro pretesto per prenderci in giro.

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