Nido abusivo, il Garante: una lista delle strutture nel Lazio

Marzetti: fare unico elenco regionale a cui tutti i cittadini possano accedere per fare i relativi controlli. Ai Parioli telecamere in alcune materne

Nido a Roma

I controlli ci sono, ma forse non sono abbastanza se un asilo nido abusivo era stato aperto e riscuoteva la fiducia dei genitori che ci portavano i loro piccoli. Il caso del nido al Pigneto, in cui i bambini secondo gli inquirenti venivano maltrattati, ha riproposto il tema di chi autorizza e con quali criteri le strutture di accoglienza. Ma quali sono le garanzie per le mamme e i papà?

I controlli sono affidati alle ASL, ai Carabinieri e in casi di illeciti amministrativi si rischiano fino a 5 mila euro di multa, oltre che un processo penale, ma gli inquirenti periodicamente scoprono asili abusi. Nel caso di Roma ci sono stati due arresti.

Ecco perché, per il Garante dell’infanzia nel Lazio, Jacopo Marzetti, va “fatto un unico elenco regionale a cui tutti i cittadini possano accedere per fare i relativi controlli sulle strutture che accolgono minori”. Il nido del Pigneto infatti, all’apparenza, sembrava in regola, anche se nella zona in pochi erano a conoscenza della sua esistenza.

Per i nidi la situazione è un po’ più chiara, perché i comuni hanno la lista delle strutture accreditate, anche se poi manca il personale per fare le relative verifiche. Ma per tutte le strutture di accoglienza servirebbe, a cominciare dalle case famiglia, un’anagrafica ben precisa.

Su questa anagrafica ci stiamo lavorando – Marzetti – E contiamo di arrivarci per l’estate. C’è necessità di avere strumenti chiari che ci permettano di agire prevedendo i casi di maltrattamenti ed evitare anche allarmismi. La denuncia è giusta ma poi bisogna fare indagini ben precise”.

La scorciatoia, ma questo è chiaro che vale solo per le strutture accreditare, sono i controlli a distanza. “Il problema è sempre la privacy – dice l’avvocato Iside Castagnola, esperta in minori – In alcune scuole materne dei Parioli i genitori hanno accettato di avere le telecamere negli spazi dove si fa la didattica”.

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