Pantheon, circensi in presidio: giù le mani dagli animali

I circensi oggi sono scesi in piazza al Pantheon per chiedere di fermare un emendamento che implicherebbe la graduale eliminazione degli animali dai circhi

Presidio (Foto Omniroma)

“Giù le mani dai nostri animali”. È questo il coro ripetuto sino allo sfinimento dai circensi che oggi sono scesi in piazza della rotonda, al Pantheon, per chiedere di fermare un emendamento che implicherebbe la graduale eliminazione degli animali dai circhi. “Senza animali non è circo” recita uno striscione, “il circo non si tocca. È una cultura e tradizione da decenni. Ha stimolato e affascinato tutti” si legge su un altro. E ancora “Volete ancora migliaia di disoccupati?”.

 

I manifestanti attaccano poi i centri di recupero che verrano creati: su un’altro striscione si legge “La legge che toglierà gli animali dai circhi toglierà agli italiani milioni di euro. Legge nata solo per il business dei centri di recupero”. E l’alternativa – secondo i circensi – è ancora peggiore “E-U-T-A-N-A-S-I-A” ogni lettera retta in in mano da una persona diversa; i manifestanti, infatti, sostengono che gli animali nati in cattività verrano uccisi. Un altro cartellone mostra un presunto fotomontaggio della Lav (Lega Antivivisenzione) smascherato dai circensi: l’immagine di un elefante incatenato in un circo, che si troverebbe in realtà – si legge sul cartello – in un cantiere di New Delhi.

 

“Gli animali che nascono da anni in cattività sono in simbiosi con il loro compagno uomo e toglierli significa condannarli a morte certa. Non si deve parlare di benessere, perché non è quello che interessa. Qui interessa il business per potere fare dei centri di recupero con soldi dello Stato dove poter ospitare questi animali. Tutto poi è frutto di documenti falsi presentati al Senato. Spero che lo Stato italiano non voglia cancellare una delle pagine più importanti della cultura italiana” dice ai cronisti Mario Zacconi, presidente Fedea (federazione europea detentori e proprietari animali esotici e domestici). Alla domanda dei cronisti sul perché nell’immaginario comune il circo è associato al maltrattamento degli animali, Zacconi risponde: “Perché fa audience mostrare con fotomontaggi costruiti ad arte elefanti incatenati o tigri dietro le sbarre per impietosire lo spettatore. Chi fa queste cose gioca su questo tasto. Nel circo non esistono il maltrattamenti perché chi vive con gli animali ha creato con loro un rapporto simbiotico”. Quanta pesa la pressione degli animali sul tema? “Pesa il 99%” sostiene il presidente della Fedea.

 

“Siamo il circo italiano: continuatori di tradizioni di spettacoli popolari di tradizione ultrasecolare chiediamo il diritto alla sopravvivenza e alla libertà di espressione artistica che la costituzione ci riserva. Non può esistere un circo senza animali nella cultura occidentale” accusa Antonio Buccioni, presidente nazionale ente nazionale circhi del Agis (associazione generale italiana dello spettacolo).

 

Mentre Liana Orfei, cugina di Moira e attrice cinematografica spiega: “Dal 1982 io lotto perché c’erano situazioni circensi che non mi piacevano. Per questo abbiamo studiato un protocollo di intesa: per tutelare gli animali e dare ragione chi diceva che certi animali non potevano stare nel circo. Ma da questo a volere cancellare con un colpo di spugna capriccioso il circo con gli animali… Ma chi si permette di cancellare la storia?” chiede e si chiede Orfei. “Si può adeguare, si può discutere, ma non cancellare. Non si può dire basta, poi sapete che fine fanno questi animali? Vengono uccisi” accusa l’attrice che poi aggiunge: “Il circo è quello che un bambino vuole essere. Lo avreste dovuto chiedere a Fellini che una volta disse se io mi chiamo Federico Fellini è grazie al circo”.

 

Tra i politici presenti, il senatore di Area Popolare Carlo Giovanardi e il collega forzista Maurizio Gasparri che ha detto ai cronisti: “Siamo in un’epoca in cui le regole comportano maggiore consapevolezza. La tutela degli animali oggi deve essere più forte, ma la mia linea è: regole sì, divieti no; controlli sì, mettere completamente al bando no. È giusto avere maggiore attenzioni, ma il divieto priverebbe anche i bambini di vedere animali che tutti noi abbiamo imparato a conoscere nei circhi”. E la Brambilla e il suo movimento animalista? “Noi siamo una realtà plurale e democratica” risponde Gasparri che poi spiega: “Se ci sono violenze prepotenze debbono essere punite, ma penso che il circo che sugli animali basa la sua attività abbia tutto l’interesse a tutelare i diritti degli animali. Se vogliamo fare qualcosa, Rafforziamo le norme per punire i maltrattamenti, quello sì”.

 

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