Berlusconi, la figlia Marina: “Mio padre perseguitato”

"Lui il mandante delle stragi di mafia? Ma siamo impazziti?"

Se ripenso a quello che certa magistratura e certa stampa gli hanno fatto, mi vengono ancora i brividi“. Marina Berlusconi si esprime così sul padre Silvio, scomparso a giugno, nell’intervista a Bruno Vespa per il suo libro ‘Il rancore e la speranza’, di cui oggi ‘Il Giornale’ ha pubblicato un’anticipazione.

In particolare la primogenita ha sofferto per le accuse di contiguità con la mafia rivolte al padre. “È un’enormità che mi fa star male. Ma come è possibile che una persona di buon senso ipotizzi davvero che Silvio Berlusconi, l’uomo politico italiano più importante del dopoguerra e uno dei più grandi imprenditori degli ultimi cinquant’anni, sia addirittura il mandante delle stragi mafiose del 1992-93? Ma siamo impazziti? È da trent’anni che un gruppo di magistrati non fa altro che rovistare nella sua vita e nei conti della Fininvest senza trovare nulla, perché non c’è nulla da trovare. E le stesse procure che indagavano hanno dovuto, per tre volte, chiedere l’archiviazione. Ma ogni volta che un teorema crollava, ne costruivano subito un altro per andare avanti”. La cosa non è cambiata dopo la morte del Cav. “L’illusione che, con la scomparsa di mio padre, questa persecuzione indegna di un Paese democratico sarebbe finita, si è rivelata, appunto, un’illusione. Perché ora l’obiettivo è la sua damnatio memoriae“.

Nell’intervista Marina Berlusconi torna anche sul “capitolo Ruby, una delle pagine più vergognose della giustizia italiana. Era un’inchiesta fatta di accuse e processi basati sul nulla, sul tentativo di mescolare una valutazione morale ­o meglio moralistica ­con quella penale. Roba da roghi dell’Inquisizione”. E a Bruno Vespa che le chiede se ci siano donne che hanno approfittato della generosità di Silvio Berlusconi, la primogenita risponde: “Ci ho pensato tante volte e tante volte ho provato un grande fastidio, ma oggi mi sento di dire che, alla fine, è stato giusto così. Lui era molto, molto generoso. La generosità lo faceva stare bene, lo rendeva felice. Quindi, in fin dei conti, penso che abbia fatto bene a fare tutto quel che ha fatto. Sono convinta che un Silvio Berlusconi meno generoso non sarebbe stato Silvio Berlusconi. E se qualcuno, o più di qualcuno, se ne è approfittato, amen”.

“C’è un altro episodio che non riesco a dimenticare: quel sorrisetto che nel 2011 si scambiarono Nicolas Sarkozy e Angela Merkel. Un sorrisetto con cui due governi stranieri stavano sabotando l’esecutivo che gli italiani avevano scelto democraticamente”, racconta.”Il signor Sarkozy – prosegue la primogenita del Cav – ha atteso dodici anni per ammettere, nel libro che ha pubblicato qualche mese fa, quel complotto contro Silvio Berlusconi, una verità che peraltro già conoscevamo tutti. E ne ha approfittato per aggiungere un po’ di insulti verso mio padre, aspettando la sua morte, a conferma del gentiluomo che è sempre stato. Un espediente per vendere qualche copia in più o per avere qualche titolo sui giornali. Del resto, le sue aspirazioni, direi un po’ esagerate, il marito di Carla Bruni ha dovuto nel tempo ridimensionarle drasticamente… Come si dice? Sic transit gloria mundi”.

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