Diversi civili sono rimasti feriti da un missile anticarro sparato dal Libano contro l’Alta Galilea, nel nord di Israele. Lo hanno riferito fonti dei servizi medici di emergenza, secondo cui uno dei feriti è in condizioni critiche.
Le Forze di difesa israeliane hanno intanto colpito nella notte obiettivi in Siria in risposta a razzi lanciati contro le alture del Golan. Lo riferiscono i media israeliani
Corridoio di 7 ore per Gaza sud, strada sicura per uscita da ospedale al Shifa
Le Forze di Difesa israeliane (Idf) hanno annunciato una nuova pausa umanitaria per permettere l’evacuazione di civili dal nord della Striscia di Gaza. Il portavoce dell’Idf in arabo, tenente colonnello Avichay Adraee, ha reso noto sul social X che la Salah a-Din road rimarrà aperta per sette ore, dalle 9.00 alle 14.00 ora locale per permettere ai civili di raggiungere il sud della Striscia.
“Pause tattiche dell’attività militare” sono inoltre previste a Jabaliya e nel vicino centro abitato di Izbat Malien fra le 10.00 e le 14.00, per permettere agli abitanti di raggiungere i corridoi umanitari diretti a sud. Infine è prevista una strada sicura per uscire dall’ospedale al Shifa attraverso al Wehda street per raggiungere la Salah a-Din road verso il sud di Wadi Gaza. Secondo Israele, sono 14.320 le tonnellate di aiuti umanitari arrivate nella Striscia dall’inizio del conflitto. A renderlo noto il Cogat, l’ente militare per il coordinamento delle attività nei Territori palestinesi, citato da Times of Israel.
Il capo di Stato maggiore israeliano, generale Herzi Halevi ha sorvolato intanto la Striscia di Gaza per monitorare il procedere delle operazioni di terra e parlare per radio ai soldati. Un video pubblicato dalle Forze di difesa israeliane, mostra Halevi che saluta dall’alto la Brigata Golani.
Assieme ad Halevi, a bordo dell’aereo erano saliti il capo di stato maggiore dell’aviazione, generale di brigata Omer Tishler, e il comandante del 100 squadrone aereo, il cui cognome non è stato reso noto per motivi di sicurezza.
Combattimenti nel campo di al Shati, idf: “Spari Hamas durante evacuazione”
Combattimenti sono intanto in corso nel campo profughi di al Shati a Gaza. Lo riferisce l’esercito israeliano, sottolineando che i combattenti di Hamas hanno aperto il fuoco sui soldati che stavano evacuando dei civili.
A quanto riferiscono le Forze di difesa israeliane (Idf), un “significativo” numero di soldati continua a combattere ad al Shati. Ad un certo punto truppe della Brigata Givatai hanno identificato dei civili in edificio, che hanno deciso di evacuare. Ma, durante le operazioni di messa in salvo dei civili, Hamas ha aperto il fuoco sui soldati. Questi hanno risposto al fuoco, anche con dei tank, uccidendo gli aggressori.
In altri scontri nel campo profughi, riferisce l’Idf, i soldati hanno identificato uomini di Hamas in un edificio, che è stato poi fatto colpire dall’aviazione. Un altro raid aereo ha colpito un deposito di armi del campo, da cui era partito un razzo. Infine la brigata Nahal ha identificato quattro operativi di Hamas e inviato contro di loro un drone che ne ha uccisi tre. Il quarto è stato poi ucciso dai soldati.
Gaza e il ruolo di Israele nel dopoguerra, Usa chiedono chiarimenti
Gli Stati Uniti hanno chiesto chiarimenti in merito alle dichiarazioni del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, secondo il quale Israele manterrà la responsabilità della sicurezza a Gaza per un periodo indefinito dopo la guerra. Lo ha confermato una fonte americana a Times of Israel dopo che la notizia era stata riportata inizialmente dall’emittente israeliana Kan.
Ieri sera Netanyahu ha dichiarato di opporsi al ritorno dell’Autorità Nazionale Palestinese a Gaza una volta finita la guerra con Hamas, ritorno che è invece un obiettivo di Washington.
“Non ci sarà un’autorità civile che educhi i propri figli a odiare Israele, a uccidere gli israeliani, a eliminare lo Stato di Israele. Non potrà esserci un’autorità che paga le famiglie degli assassini in base al numero di quanti (israeliani, ndr) hanno ucciso. Non può esistere un’autorità il cui leader 30 giorni dopo non abbia ancora condannato il terribile massacro (del 7 ottobre, ndr)”, ha affermato il premier, riferendosi al presidente dell’Anp, Mahmoud Abbas. “Deve esserci qualcos’altro lì. Ma in ogni caso dobbiamo avere un controllo di sicurezza”, ha aggiunto.
Netanyahu ha poi assicurato che “qualsiasi pressione internazionale non cambierà la nostra convinzione che è nostro diritto e dovere difenderci”. “I leader mondiali devono continuare a mostrare il loro sostegno a Israele e non cedere ad alcuna pressione”, ha aggiunto Netanyahu, secondo cui “se vogliamo la pace e la sicurezza e garantire il futuro dello Stato di Israele, dobbiamo eliminare Hamas”.
Quindi ha lanciato un monito a Hezbollah nel giorno in cui c’è stato anche un nuovo discorso del leader della formazione sciita, Hassan Nasrallah. Israele è “totalmente preparato” sul fronte settentrionale ossia verso il confine con il Libano, ha dichiarato, spiegando di aver avvertito Hezbollah che entrare in guerra con Israele sarebbe un “errore fatale” che “determinerebbe il destino del Libano”.
Riferendosi poi a Hamas, il primo ministro ha sottolineato che Israele “non si fermerà finché non avrà completato la sua missione” e che il suo unico scopo è “la vittoria”, aggiungendo che Hamas ha “perso la presa” su Gaza e ora non ha “nessun posto dove nascondersi”.
Ospedale al Shifa senza elettricità, “neonati spostati in altra ala. Due sono morti”
L’ospedale al Shifa a Gaza non ha più elettricità e non può più fornire servizi medici. Per questo sono morti 5 pazienti, fra cui due bebè nati prematuri. A dirlo è il ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, aggiungendo che nell’ospedale vi sono 100 pazienti deceduti che al momento è impossibile seppellire.
Intanto, afferma alla Cnn, il direttore generale del ministero della Sanita di Gaza, Munir al Bursh, i bebèsono stati trasferiti nella notte in un’altra ala del complesso del grande nosocomio di Gaza dopo che l’unità neonatale è rimasta senza ossigeno.
I piccoli, ha detto al Bursh sono stati trasportati in braccio fuori dalle incubatrici e portati in un’ala dell’ospedale dove funzionano gli erogatori di ossigeno. L’erogazione di ossigeno si è fermata dopo che un generatore è stato colpito nei combattimenti e ciò ha portato alla morte di tre neonati a partire da venerdì notte, ha aggiunto al Bursh.
Lo staff dell’ospedale afferma che al Shifa è assediato e gli israeliani non ne permettono l’evacuazione. Ieri sera il portavoce dell’esercito israeliano Daniel Hagari, ha negato che l’ospedale sia assediato, spiegando che il lato est è aperto al passaggio sicuro di civili. Ha poi aggiunto che lo staff ha chiesto aiuto per il trasferimento dei bambini ricoverati in un ospedale più sicuro e che l’esercito offrirà oggi assistenza in tal senso.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiara intanto di “aver perso le comunicazioni con i suoi contatti dell’ospedale al Shifa, nel nord della Striscia di Gaza”. “Mentre continuano ad emergere orribili notizie di continui attacchi all’ospedale, riteniamo che i nostri contatti si siano uniti alle decine di migliaia di sfollati che stanno scappando dall’area”, si legge in un post dell’Oms sul social X.
Due palestinesi morti in Cisgiordania
Due palestinesi sono morti oggi in scontri con l’esercito israeliano in Cisgiordania. A quanto riferisce l’agenzia stampa palestinese Wafa, un 19enne, Amir Maher al Qaisi, è morto per le ferite d’arma da fuoco riportate durante un’operazione dei militari israeliani nel campo profughi di Jenin. Un altro palestinese, il 34enne Montaser Muhammad Amin Saif è morto a Burqa, a nord di Nablus, dopo essere stato raggiunto da colpi d’arma da fuoco dell’esercito israeliano.
Morto a Gaza membro dello staff di ‘Fauda’
Il 38enne Matan Meir, che lo lavorava nello staff della produzione della serie Fauda, è morto combattendo da soldato a Gaza. Lo riferisce il Jerusalem Post.
Meir è il secondo morto dall’inizio della guerra nello staff della serie Netflix che ha raccontato le vicende di una unità israeliana impegnata in azioni antiterrorismo a Gaza e in Cisgiordania. Fra le 1200 vittime dell’assalto di Hamas a Israele il 7 ottobre, vi è il tecnico del suono della serie, Lior Waitzman.