Carlo Levi, un'antologica piena di emozioni alla Galleria Russo
Fabrizio Russo racconta la mostra romana, dopo l'opening della sede di Istambul

- Levi
- Ritratto di de Pisis col pappagallo
- 1933
- Levi
- Paesaggio rosa – Alassio
- 1936
Fabrizio Russo aveva in mente questo evento da molto tempo, “sia per la qualità pittorica del maestro che per la sua statura di fine intellettuale”. Finalmente ha potuto realizzare questo suo desiderio: nella Galleria Russo di via d’Alibert, quel tratto breve ma significativo di strada che da via del Babuino conduce in via Margutta, sono arrivate 60 intense opere di Carlo Levi, per un’antologica inaugurata il 20 novembre e aperta al pubblico fino al 12 dicembre. Un’esposizione sollecitata anche dall’avvicinarsi del quarantennale dalla scomparsa dell’artista.
Per inciso: pochi giorni prima del vernissage, la Galleria Russo aveva aperto una nuova sede ad Istanbul, nel quartiere che circonda la Galata Tower, uno dei luoghi di tendenza dove si respira più forte la nuova aria cosmopolita ed europea della città. La sfida è grande e interessante, e ha coinciso con l’opening di ‘Contemporary Istanbul’, la fiera che ha messo insieme sotto lo stesso tetto più di cento gallerie da tutto il mondo.
Tornando a Roma: la mostra ‘Carlo Levi. La realtà e lo specchio’ è curata dalla Fondazione dedicata a Levi che, per esplicita volontà dell’artista, promuove dal 1976 gli studi intorno all’opera complessiva del pittore, scrittore e pensatore tra i più influenti e acuti del nostro Novecento.
Il percorso della mostra si concentra sulla storia pittorica del maestro e – come spiega Daniela Fonti, presidente della
Fondazione Levi: “privilegia alcuni momenti meno noti della produzione leviana. Si apre con un nucleo di dipinti eseguiti entro il terzo decennio del novecento (…). A partire dai primi anni Trenta la pittura di Levi comincia a caratterizzarsi, in evidente opposizione alla retorica di regime, per una “pennellata ondosa” che riflette la tensione espressiva e sfalda i contorni delle figure annullando i dettagli ambientali. Infine i dipinti degli anni Quaranta, attraversati dalla lotta clandestina e dalla guerra, e caratterizzati, nei tesi ritratti come nelle plumbee nature morte, da una rinnovata tensione morale che si allenta nei decenni successivi per approdare ad un più rilassato rapporto con la natura e con la storia.”
Aggiunge a questa analisi Fabrizio Russo: “Levi è un artista unico nel suo genere. I grandi artisti sono coloro i quali sanno contestualizzare il contemporaneo. E Levi nel suo genere è riuscito a cristallizzare la memoria attraverso tele drammaticissime, come ‘Il partigiano’, trasmettendo la gravità dei momenti che stava vivendo tra cui l’esperienza del confino, che però lo completò intellettualmente fino alla scrittura del capolavoro autobiografico ‘Cristo si è fermato ad Eboli’ “. (r.p.)
‘Carlo Levi. La realtà e lo specchio’, Galleria Russo, via Alibert 20, Roma.
Orari di apertura: lunedì 16.30-19.30; da martedì a sabato 10.00-19.30
www.galleriarusso.com Tel. 06 6789949