'Vivere alla Ponti', una mostra sulle case abitate da Gio Ponti
Nella sede Edison di via del Quirinale, foto, documenti e arredi originali

- Ambiente firmato Gio Ponti
- Vivere alla Ponti a New York
- Disegno di Gio Ponti
- cassettone Serie 1956
- La Casa di via Dezza
- Cassettone Gio Ponti
- Disegni di Gio Ponti
- sedia Montecatini e arredi vari
- Disegni di Gio Ponti
- Poltrona Gio Ponti
- Disegno Sedia Montecatini
- Tavolino
Ha già fatto il giro del mondo prima di approdare a Roma, a due passi dal Quirinale nella sede di Edison, per festeggiare i suoi 130 anni di storia e il forte sodalizio con Gio Ponti. Architetto e designer, nato a Milano il 18 novembre del 1891, Ponti aprì nel 1927 il suo primo studio milanese con l’architetto Emilio Lancia, poi fondò la rivista ‘Domus’ con Gianni Mazzocchi, partecipò a più Triennali milanesi, diventando amico dell’artista Massimo Campigli. Il suo capolavoro riconosciuto è il grattacielo Pirelli a Milano, mentre la casa di via Dezza dove abitò con la famiglia accanto al suo studio, è la vera espressione della sua cultura dell’abitare. Da questi ambienti prende ispirazione la mostra ‘Vivere alla Ponti’, da visitare fino al 9 gennaio 2015, manifesto della modernità del designer, ancora attualissimo.
Francesca Molteni, curatrice dell’evento, incontrata tra le fotografie, i documenti anche video, e gli arredi rieditati da Molteni&C. grazie all’accordo con gli eredi Ponti, ci ha spiegato il valore della riscoperta di questo autore: ‘Vivere alla Ponti’ è un racconto intimo e personale delle case abitate dall’architetto e dalla sua famiglia dagli anni Venti agli anni Settanta. Le immagini inedite in esposizione raccontano la sua idea di architettura e anche il suo di vivere, le collaborazioni eccellenti, la passione dell’arte. La mostra ha soprattutto la capacità di farci sentire a casa: guardando le immagini si è partecipi dello spirito di un’epoca, un effetto che solo i grandi classici sono in grado di restituirci”.
Gio Ponti negli anni Cinquanta disegnò quattro centrali elettriche di Edison in Trentino, più le centrali sul fiume Mera in Val Chiavenna e sullo Stura a Demonte, Cuneo. Fu anche promotore con Edison negli anni Trenta, in occasione della IV Triennale di Monza, della Casa Elettrica, uno dei primi esempi di architettura razionalista italiana nella quale trovano spazio tutte le applicazioni quotidiane dell’energia elettrica, dalle lampade agli elettrodomestici. La Casa Elettrica fu commissionata al Gruppo 7, capitanato dall’architetto Carlo Alberto Rava.
“Ponti ha disegnato molto di più di quello che avrebbe mai potuto essere prodotto” ha dichiarato in occasione della mostra Salvatore Licitra, nipote di Ponti. L’azienda Molteni&C. nel frattempo ha riportato in auge una collezione di pezzi storici, e dalle linee che non lascio dubbi sulla provenienza creativa, che spazia dalla Sedia Montecatini, disegnata per il primo Palazzo Montecatini di Milano, al Cassettone pensato da Ponti in diverse varianti tra il 1952 e il 1955, con i frontali dei cassetti verniciati a mano in colore bianco e le maniglie applicate di varie essenze, come l’olmo, il noce nazionale, il mogano e il palissandro. (r.p.)
‘Vivere alla Ponti. Esperimenti di vita domestica e architetture per l’abitare e il lavoro’, Edison sede di Roma, via del Quirinale 26
Fino al 9 gennaio 2015 Ingresso gratuito su prenotazione: roma@edison.it