Ferrero, Coni e MIUR insieme per il padiglione dello sport
Dal ministro Giannini a Fiona May, ecco l'area Kinder+Sport

Tutti in piedi. Atleti olimpici, imprenditori, istituzioni. Tutti hanno applaudito quell’uomo che è anche uno dei simboli del made in Italy davvero internazionale: Michele Ferrero, morto lo scorso febbraio. Con questo ricordo è stato inaugurato a Expo quello che viene definito il padiglione dello sport: è l’area Kinder+Sport, 3.600 metri quadrati proprio al centro del sito espositivo. Un percorso che rientra nel più ampio progetto di responsabilità sociale “Joy of moving”, con cui Ferrero ha già coinvolto 3,7 milioni di bambini di 27 Paesi in programmi di educazione sportiva. Obiettivo: raggiugnerne 5 milioni in 30 Paesi, grazie anche al supporto delle istituzioni. Come sta avvenendo in Italia, tant’è che lo spazio Kinder+Sport è stato realizzato insieme al Coni ma anche al MIUR. Ecco perché alla sua inaugurazione, lunedì 4 maggio, c’erano il presidente del Coni Giovanni Malago, ex atleti come Fiona May, campionessa mondiale di salto in lungo e oggi anche membro di giunta del Coni, e Antonio Rossi, campione olimpico nel kayak e oggi assessore regionale allo sport, ma anche il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini: una presenza particolarmente attesa, alla vigilia dello sciopero della scuola e nel primo giorno che Expo ha dedicato proprio alle scuole, da cui sono pervenute già richieste di accesso per 600 mila alunni italiani. Il ministro ha ribadito l’importanza, all’interno del progetto “Buona scuola” (proprio quello contro cui protesteranno domani insegnanti e studenti), dell’educazione motoria fin dalla scuola primaria: più ore, in sostanza, ma anche insegnanti “di qualità”. Un percorso completo, insomma, che come fine ha il benessere dei ragazzi e, quindi, degli adulti di domani. Una curiosità: se visiterete Expo, di sicuro noterete le sette installazioni poste in diversi angoli del sito, tutte firmate Ferrero. Penserete senz’altro che si tratta di pubblicità, ma non è solo questo e se vi avvicinerete potrete leggere di che cosa si tratta: non solo vi sono incisi i nomi di tutti i collaboratori dell’azienda nel mondo, ma alla fine dell’Esposizione Universale serviranno per costruire una scuola o comunque un luogo utile alla comunità in un Paese emergente, insieme con tutte le altre strutture che il gruppo ha assemblato per il grande evento milanese. (tp)