Quel progetto degli anni ’60 per trasformare il Colosseo in un albergo
L’idea di Superstudio: fondere antico e moderno, ecco il Grand Hotel Colosseo


Immaginiamo se nel 2019 un gruppo di architetti proponesse di trasformare il Colosseo in un grande hotel di lusso. L’ondata di sdegno e rabbia sarebbe devastante. I media si scaglierebbero contro i proponenti con violenza, l’opinione pubblica sarebbe indignata e inorridita e non mancherebbero minacce e anatemi all’indirizzo dei rapaci architetti.
Peccato che un progetto di questo tipo ci sia già stato, non ad opera di affaristi o palazzinari ma da parte di un gruppo di architetti con nessun intento speculativo.
Siamo nel 1969 e Superstudio propone di fondere antico e moderno nell’Anfiteatro Flavio e di costruire il Grand Hotel Colosseo. Superstudio è un gruppo di architetti radicali nato negli anni ’60. Tra le sua fila ci sono Adolfo Natalini, Cristiano Toraldo di Francia, Gian Piero Frassinelli, i fratelli Roberto e Alessandro Magris e Alessandro Poli.
“Con Monumento continuo (Grand Hotel Colosseo), 1969, il cerchio aperto con le vedute rinascimentali sembra chiudersi: restituire alla città il suo monumento antico più famoso non potrà che comportare una appropriazione integrale, ancorché paradossale, dei suoi resti e la loro riconversione a un ritrovato valore d’uso” spiega la rivista Doppiozero.
L’idea era una provocazione artistica e indignarsi per questo progetto oggi sarebbe fuori luogo. Indignazione che potrebbe avere senso se qualche grande gruppo finanziario si travestisse da avanguardia artistica per mettere occhi e mani sul simbolo di Roma con finalità lontane dal mecenatismo. Ma questa è un’altra storia.
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