Grey’s Anatomy, Giacomo Gianniotti parla del Dottor De Luca e della sua Roma

L’attore italo-canadese interpreta Andrew De Luca dalla dodicesima stagione del medical drama e si è raccontato alla stampa italiana

Giacomo Gianniotti in posa all'evento per la puntata numero 300 di Grey's Anatomy. L'attore ha parlato con la stampa italiana © (ABC/Paul Hebert)

C’è un pizzico d’Italia in Grey’s Anatomy, Giacomo Gianniotti, attore italo-canadese è uno dei protagonisti di una delle serie TV più amate al mondo. Gianniotti è stato a Roma per parlare del suo ruolo e della serie TV che l’ha lanciato.

Si è unito a Grey’s Anatomy nel corso della dodicesima stagione: ventinove anni, è nato e ha vissuto a Roma, dove ha provato ad avviare la sua carriera d’attore, ma con poca fortuna (una parte nella serie TV Medicina generale anche se aveva esordito a 10 anni nel film di Giulio Base La Bomba). Com’è stato entrare in un cast consolidato come quello di Grey’s Anatomy?

“Ero molto nervoso, è un grande cast, ci sono attori più grandi di me che avevano una carriera prima, è stato un onore lavorare con loro. Tutti sono stati gentili, mi ricordo il mio primo giorno e le difficoltà con il gergo medico. Gli altri attori ridevano se non mi veniva un termine, ma mi hanno spiegato che succede spesso”. 

In particolare James Pickens, che nella serie TV interpreta il dottor Webber, è stato il primo a far sentire Giacomo a casa:

“Lui mi ha dato il benvenuto al cast, che l’abbia fatto lui che è un po’ il padrone del set mi ha fatto piacere. Un aneddoto? La mia prima scena era pazzesca, uscivo da un’ambulanza e dovevo dire tremila cose ed era tutto una ripresa e non potevo sbagliare, ma per fortuna c’era Kevin McKidd, Owen, alla regia e mi sono sentito a mio agio”.

Grey’s Anatomy è uno dei medical drama più seguiti e amati dal pubblico, qual è il segreto del successo della serie TV ideata da Shonda Rhimes?

“Shonda è stata una dei primi showrunner donna e ha creato una serie dove le donne sono forti, hanno carriera, sono intelligenti, indipendenti, qualcosa che non si era ancora visto in TV. È stato bello per molte donne vedere quel genere di personaggi. Incontro anche molti dottori o infermieri che si sono ispirati allo show per lavorare in questo settore. Shonda, come showrunner, ha usato lo show per fare luce su malattie meno conosciute e ha dato spazio a discorsi politici per mandare avanti idee politiche negli USA e nel mondo”. 

Anche se parla un italiano perfetto, Gianniotti viene doppiato nella serie TV, qualcosa che ha causato problemi alla nonna dell’attore:

“C’è una sorta di protezione, esistono delle regole per evitarlo, ma mi piacerebbe doppiarmi. Mia nonna mi dice che non mi può vedere doppiato!”.

In particolare nella scorsa stagione Giacomo ha parlato in italiano con la sorella e al doppiaggio è stato scelto di fare un accento siciliano:

“Siamo rimasti sorpresi da questa cosa, capisco che se un personaggio parla in un’altra lingua per crei una differenza… con il dialetto”.

Giacomo Gianniotti aveva provato a recitare in Italia, ma si è dovuto scontrare con difficoltà a ottenere ruoli anche a causa di casi di nepotismo, per l’attore italo-canadese il mondo di Hollywood non è dissimile da quello italiano:

“Penso che sia lo stesso in tutto il mondo, però a diversi livelli. A 18 anni, ho lasciato il Canada e di sera facevo il barman a Campo de Fiori e di giorno facevo provini, alla fine volevo tornare e finalmente ho avuto una parte. Sul set italiano, mi guardavo e c’erano sempre persone che erano zii e nipoti di qualcuno. Anche in America è così, ma è meno diffuso”.

Gianniotti condivide la scena con Ellen Pompeo, l’attrice più pagata nella storia della TV USA (“Hollywood sta cambiando grazie ai movimenti #MeToo e Time’s Up”), mentre nella scorsa stagione, ha diviso la scena con un’altra italiana, Stefania Spampinato:

“È un’amore! Ero preoccupatissimo quando mi hanno detto che dovevano trovare una sorella, mi sono chiesto sarà italiana o se la sta giocando che è italiana? Ci siamo divertiti un sacco, è stato bello parlare italiano sul set. Lei è nuova e avere qualcuno che parlava italiano l’ha messa a suo agio”.

Gianniotti, prima di approdare in Shondaland, ha recitato in Selfie e in Reign, ma il set di Grey’s Anatomy è un’esperienza totalmente diversa:

“È il primo programma in cui sono diventato protagonista, mi hanno dato fiducia perché vuol dire che hanno visto qualcosa in me e vogliono che resti. È un set bellissimo, pieno di gioia e famiglia”.

Lavorare in un medical drama ha aumentato un po’ di ipocondria in Giacomo che sogna di tornare al teatro e vorrebbe recitare al cinema:

“Vorrei fare teatro, sono un fan del cinema e del cinema italiano. Da quando La Grande Bellezza ha vinto l’Oscar, il mondo si è accorto di nuovo del nostro cinema, abbiamo una grande storia, ma adesso il mondo ci guarda. Suburra e Guadagnino hanno avuto molto successo, ci sono anche progetti non italiani, ma girati qui  che portano lavoro e industria contribuendo all’economia italiana. Sono contento di dove sta andando il cinema italiano”.

Gianniotti ha vissuto sia l’Italia di Berlusconi che gli USA di Trump:

“Un grande problema negli USA è la brutalità delle forze di polizia sulle persone di colore, la sproporzione di questi atti, abbiamo fatto una puntata su questo nella 14esima stagione (One Day Like This – Un giorno come questi, ndr). Ti viene la depressione quando leggi il giornale e a LA scherziamo scommettendo quanto tempo passerà prima che qualcuno ci chiedi di Trump. Lui e il suo staff sono ridicoli, spero finisca presto”.

https://www.youtube.com/watch?v=cT4YcDzEqv4

Giacomo Gianniotti vorrebbe lavorare nel cinema, ma non riceve i ruoli che vorrebbe:

“Ho un agente qui e uno in Canada, lui è lo stesso da anni e l’ho scelto perché non mi ha chiesto di cambiare nome. Mi danno sempre il ruolo di ragazzo dolce e gentile ed è strano perché facevo il cattivissimo quando recitavo in teatro. Mi piacerebbe recitare anche qui, magari un ruolo più complesso”. 

Grey’s Anatomy tornerà in TV su La7 con l’ultima stagione a ottobre, mentre su FoxLife sono in onda delle repliche.

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