Morto Albert Finney, addio all’attore inglese che interpretò Tom Jones

Candidato a cinque premi Oscar, era stato anche Poirot Fra i suoi film Big Fish ed Erin Brokovich

Morto Albert Finney, indimenticabile Tom Jones, l'attore inglese aveva 82 anni

È morto Albert Finney, l’attore inglese aveva 82 anni, a causare il decesso una malattia breve e fulminea. Candidato a cinque premi Oscar, Finney fu per moltissimi il volto di Hercules Poirot e Tom Jones e che il grande pubblico ricorderà per aver recitato in Big Fish ed Erin Brokovich. Era malato dal 2011 di cancro ai reni. 

Nato a Salford nel 1936, Finney crebbe in un ambiente da lui stesso definito come di classe media bassa e fu incoraggiato dal preside della sua scuola a iscriversi alla Royal Academy of Dramatic Arts, dove ritrovò come compagni di classe Peter O’Toole e Alan Bates. 

Come riporta il Guardian, la carriera di Finney iniziò prima al teatro e dopo diede vita ad alcuni dei “giovani arrabbiati” creati da John Osborne nel film, tratto dall’omonima pièce teatrale, Gli Sfasati. Il ruolo di giovane “arrabbiato” lo portò anche a recitare diretto da Karel Reisz in Sabato Sera e Domenica Mattina.

Quel ruolo lo lanciò fra i nomi più noti del cinema britannico all’estero e divenne Tom Jones, il personaggio ideato dalla penna di Henry Fielding, nuovamente diretto da Tom Richardson. Per questa parte ottenne la prima nomination agli Oscar nel 1964. Viene diretto nuovamente da Reisz in La Doppia vita di Dan Craig e da Stanley Donen in Due per la strada nel 1967. 

L’anno successivo debutta alla regia in Charlie Bubbles, un titolo fortemente personale per l’attore e che rimase il suo unico da regista. Finney rimane a tutt’oggi uno dei più amati attori inglesi e usò la sua fama anche per aiutare alcune figure della nouvelle vague britannica, come Lindsay Anderson in If… e O Lucky Man! E aiutò anche un giovane Mike Leigh nel suo debutto Bleak Moments.

Nella decade degli anni 70 arrivano per Albert Finney alcuni dei suoi ruoli più noti: fu Scrooge in un adattamento musicale di Dickens e vestì i panni di Hercules Poirot nel primo adattamento di Assassinio sull’Orient Express di Sidney Lumet per il quale ottenne la sua seconda candidatura agli Oscar. 

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Finney venne poi diretto da Alan Parker in Spara alla luna e ottiene nel 1982 la terza nomination agli Oscar per l’interpretazione del vecchio attore shakespeariano Sir in Il servo di scena.

L’anno successivo è nuovamente scelto nella cinquina del miglior attore per il ruolo di Geoffrey Firmin in Sotto il vulcano diretto da John Huston. La quinta e ultima arrivò nel 2001 per Erin Brockovick. 

Finney fu uno degli attori inglesi più amati e per lui ci furono anche una sfilza di ruoli televisivi in: Karaoke di Dennis Potter, Cold Lazarus, A Rather English Marriage e nel 2002 fu Winston Churchill in The Gathering Storm per il quale vinse un BAFTA, un Golden Globe e un Emmy. Negli anni, inoltre, non lasciò mai il suo primo amore: il teatro. 

Fu scelto dai fratelli Coen per il ruolo di Leo O’Bannon in Crocevia della morte e lavorò anche per Tim Burton nello splendido Big Fish e fu una delle voci de La Sposa Cadavere. Il suo ultimo ruolo, nel 2012, fu in 007 Skyfall. 

Attore e artista controverso, Albert Finney rifiutò per ben due volte onorificenze ufficiali britanniche: nel 1980 il titolo di CBE, Commendatore dell’Impero Britannico, e nel 2000 quella di cavaliere. È stato sposato con Jane Wendham dal 1957 al 1961 e con Anouk Aimée dal 1970 al 1978, mentre la sua ultima compagna era l’agente di viaggi Pene Delmage.

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