IL CASO: Alla Pisana qualcuno l’ha già ribattezzata «la pip’i-tax». In realtà sarebbe meglio parlare di tariffa.
Fatto sta che nel nuovo regolamento sul commercio in discussione al consiglio regionale del Lazio è stato introdotta l’opzione di far pagare i bagni di bar e ristoranti a chi non consuma. Una decisione che il Codacons definisce «folle».
Tra gli emendamenti al codice del commercio passati in commissione Bilancio, ce n’è uno che da il potere agli esercenti di chiedere un minimo compenso a chi utilizza i servizi igienici senza aver consumato.
Non è stabilito un prezzo fisso, ma è prescritto che, in caso di pagamento «il prezzo deve essere reso ben noto attraverso l’apposizione di idoneo cartello».
Dalla maggioranza della Pisana spiegano che questa norma «non vuole colpire gli utenti, ma aiutare soprattutto i turisti, che spesso si vedono rifiutare dagli esercenti l’uso del bagno». Le associazioni dei consumatori, invece, minacciano ricorsi.
I PRECEDENTI: Fatto sta che un vuoto nella legislazione vigente rende incerta la materia. Secondo il Tuips (Testo unico delle leggi sulla pubblica sicurezza) l’esercente è tenuto soltanto ad avere un bagno funzionante ed è obbligato a metterlo a disposizione gratuitamente dei clienti «paganti».
Ma quando si rifiuta, giustificandosi che il wc è fuori uso o sporco, rischia una multa. Una sentenza del 2010 ha avallato il pagamento, mentre nel nuovo regolamento di Polizia urbana il comune di Roma ha sancito che «è fatto obbligo agli esercenti degli esercizi pubblici di consentire l’utilizzo dei servizi igienici a chiunque ne faccia richiesta».