Categorie: Cronaca

Assembramenti: zona rossa per le vie dello shopping

A livello locale servono drastiche misure per contenere se non vietare l’accesso alle vie dello shopping, assimilabili ai centri commerciali che, però, nel week end restano già chiusi

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Il passaggio della maggior parte del Paese a zona gialla, e di conseguenza una nuova possibilità di spostamenti e l’accesso a bar e ristoranti, ha creato una generale euforia,  che si è tramutata, lo scorso  week end, in giganteschi assembramenti nelle via dello shopping  delle principali città.
E ciò dimostra come sottolinea la sottosegretaria alla salute, Sandra Zampa, che tanti non hanno ancora capito, soprattutto i più giovani, l’attuale gravità del contesto Covid . “E questa – sottolinea –  è una grande sconfitta collettiva della nostra società’’.

“Sappiamo che le restrizioni poste in essere nelle zone rossa e arancione sono molto efficaci – spiega in una intervista a “La Stampa”  – ma non si può dire lo stesso della zona gialla. Anche se, con i nuovi criteri più stringenti, ci si arriva in condizioni migliori a livello di contagi e ricoveri. Di certo i sindaci e gli amministratori locali devono esercitare un fortissimo controllo del territorio, anche istituendo tavoli specifici presso le prefetture – aggiunge – non deve passare il messaggio che si possano violare i divieti senza conseguenze’’.

In sostanza, se non si prendono subito adeguate misure, soprattutto per quanto riguarda le metropoli, rischiamo di essere di nuovo travolti dal Coronavirus, come è successo quest’autunno, dopo un estate che è parsa e vissuta come un ‘’liberi tutti’’.
Nel week end il centro o i centri delle grandi città diventono luoghi di ritrovo e “movida” , soprattutto per chi abita le periferie. Non tanto per fare compere nei negozi, quanto per passeggiare, in gruppi di amici, per incontrarsi e per cercare di divertirsi a tutti i costi. Un comportamento comprensibile, anzi necessario, ma che dovrebbe essere rimandato, almeno a quando il micidiale virus potrà essere sotto controllo, grazie al progredire delle vaccinazioni.

La chiusura dei centri commerciali, anch’essi considerati luoghi di assembramento e d’incontro, non basta. Occorre regolamentare anche l’accesso in alcune zone delle città. In effetti le vie del centro, con la loro infilata di negozi, sono paragonabili a “diffusi” centri commerciali. Perché allora non si prendono drastiche misure anche per inibire o contingentare gli ingressi nelle vie e nelle piazze, ormai assimilabili al concetto di ressa,  dove gi affollamenti ormai si ripetono in ogni week end?  Forse l’unica severa soluzione è quella di applicare nuovamente le restrizioni e i divieti tipiche della zona rossa, come durante le ultime festività.
Come ha rilevato la sottosegretaria Zampa non ci si può limitare a basarsi unicamente ad un disatteso  senso di responsabilità. Sindaci e Prefetture non possono tardare ad intervenire. Le ripercussioni negative sulle vendite dei negozianti dovranno essere compensate economicamente con ristori, puntuali e in linea con le reali perdite. Ma per la curva dei contagi e i morti di Covid purtroppo si deve intervenire sull’ordine e il distanziamento interpersonale.

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