Quattro condanne per gli autori dell’aggressione – avvenuta nel giugno del 2019 in zona Trastevere, a Roma – ai danni di due giovani che indossavano la maglietta del Cinema America. Il giudice monocratico, al termine di un processo svolto con rito abbreviato, ha condannato ad un anno e 8 mesi Matteo Vargiu, Stefano Borgese e Marco Ciurleo, e a un anno e 2 mesi Francesco Barchielli. Assolto per non avere commesso il fatto un quinto imputato. Nei confronti degli imputati, tutti vicini ad ambienti di estrema destra, le accuse sono, a seconda delle posizioni, di lesioni e violenza in concorso e aggravate. Uno degli aggrediti aveva riportato la rottura del setto nasale. Nel procedimento si e’ costituito parte civile l’associazione Piccolo America.
“I quattro aggressori che nell’estate 2019 pestarono un gruppo di ragazzi a Trastevere perche’ indossavano la maglia bordeaux del Piccolo America, in quanto simbolo dell’antifascismo, questa mattina sono stati condannati. A seconda del ruolo svolto all’interno della vicenda, tre hanno ricevuto la pena di un anno e 8 mesi, mentre il quarto a un anno due mesi, accusati di lesioni e violenza in concorso e aggravate. Come associazione eravamo stati accolti parte civile e c’e’ stata riconosciuta una provvisionale. Finalmente con questa sentenza e’ stata riconosciuta la matrice politica, neo-fascista dell’aggressione”. Lo afferma Valerio Carocci, presidente del Piccolo America “Quei momenti sembrano lontani, ma in realta’ restano una ferita aperta che ancora oggi curiamo giorno per giorno, restando uniti e saldamente fieri a cio’ che abbiamo fatto e continuiamo a fare per la nostra comunita’ – aggiunge – Mandiamo un grande abbraccio a David, a Valerio e agli altri ragazzi vittime di una violenza che ha macchiato la liberta’ d’espressione, sperando che anche loro, come noi, continueranno sempre a indossare le maglie bordeaux, simbolo di accoglienza e solidarieta’! Alle istituzioni romane e nazionali, chiediamo di mantenere sempre alta l’attenzione contro i reati di intolleranza, sia essa fascista, sessista o razzista. Gli aggressori di quella notte non erano dei violenti qualunque, ma militanti di movimenti di estrema destra, organizzazioni neo-fasciste che tuttora nessuno ha avuto il coraggio di mettere fuori legge. Chiudere CasaPound e le sue sedi, cosi’ come quelle delle altre organizzazioni fasciste, e’ per noi un atto dovuto nei confronti della nostra citta’ e del nostro Paese.