I pm di Roma hanno chiuso l’inchiesta sulla maxi-fornitura di mascherine provenienti dalla Cina nella prima fase dell’emergenza Covid-19. A rischiare il processo – insieme ad altre dieci persone e quattro societa’ – c’e’ anche l’ex commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, indagato per abuso d’ufficio.
Arcuri, “nella qualita’ di commissario per l’emergenza sanitaria da Covid 19, dunque di pubblico ufficiale – si legge nel capo di imputazione – in concorso con Antonio Fabbrocini, rup (responsabile unico del procedimento) delle aggiudicazioni di forniture commesse dalla struttura commissariale e dunque anche lui pubblico ufficiale, e in unione e concorso per mutuo accordo con Vincenzo Tommasi”, “costituivano, intenzionalmente, in capo al Tommasi, con cio’ abusando del loro ufficio, un’illecita posizione di vantaggio patrimoniale”. Secondo l’accusa veniva cosi’ garantita “la facolta’ di avere rapporto commerciale con la Pa senza assumere alcuna responsabilita’ sul risultato della propria azione e sulla validita’ delle forniture che procurava; la quasi totale esclusiva nella intermediazione di fatto delle forniture di mascherine chirurgiche e dpi importati dalla Cina”.
Le indagini dei pm Fabrizio Tucci e Gennaro Varone per traffico di influenze illecite riguardavano affidamenti per un valore di 1,25 miliardi per l’acquisto di oltre 800 milioni di mascherine, effettuate con l’intermediazione di alcune imprese italiane.
Per Domenico Arcuri sono state archiviate le due ipotesi di reato per “corruzione” e “peculato” e si ipotizza una richiesta di rinvio a giudizio per il solo “abuso d’ufficio”, tra l’altro per la mancata applicazione di un Regio decreto del 1923. “Nel pieno rispetto del lavoro della magistratura – ha commentato Arcuri – esprimo la mia soddisfazione per l’archiviazione delle ipotesi relative non solo alla corruzione, ma anche al peculato, nonche’ la possibilita’ di esercitare finalmente il mio diritto alla difesa in relazione alla residuale ipotesi di abuso d’ufficio”. Con il deposito degli atti, aggiunge l’ufficio stampa, Arcuri “potra’ finalmente effettuare con piena cognizione degli atti la sua difesa. Sin da ora si ribadisce, inoltre, che il comportamento di Arcuri e dell’intera struttura commissariale e’ sempre stato conforme al rispetto della legge e delle esigenze della collettivita’ in un momento particolarmente drammatico”. L’ipotesi di abuso prospettata nella rubrica provvisoria e’ stata definita dalla difesa di Arcuri “particolarmente fragile e incoerente” e quindi, nel rispetto dell’attivita’ dell’Autorita’ giudiziaria, “sara’ esercitato il diritto di difesa nella maniera piu’ intransigente possibile”.