Con la morta di Fabrizio Casafina, 59 anni – l’operaio schiacciato dal cancello dell’azienda dove lavorava a Guidonia Montecelio – sale a 16 il numero delle vittime del lavoro nel Lazio dall’inizio del 2025. L’anno scorso, secondo dati della Cgil, le morti bianche in regione sono state 107.
Le indagini della polizia di Tivoli sono ancora in corso per stabilire cause e responsabilità, ma la dinamica è apparsa subito chiara ai primi soccorritori che hanno tentato di prestare soccorso all’uomo schiacciato al suolo sotto il peso del cancello di metallo. L’operaio pare fosse il custode del parcheggio degli automezzi della ditta di trasporto. Aveva azionato l’apertura del pesante cancello quando, a causa di un malfunzionamento meccanico, il cancello in ferro è uscito dai binari per schiantarsi al suolo, schiacciando Casafina. Un testimone ha lanciato l’allarme immediatamente, ma l’intervento di vigili del fuoco e operatori del 118 è stato inutile, l’uomo è morto poco dopo.
Sul posto, in via Gioacchino Bonnet, sono arrivati gli agenti di polizia del Commissariato di Tivoli che, su disposizione della procura di Tivoli, hanno posto sotto sequestro il cancello e la salma della vittima. Le preoccupazioni della Cgil passano per i numeri.
“Nel 2024 nel Lazio – si legge in una nota della Cgil – 107 persone hanno perso la vita sul lavoro e in soli due mesi del 2025 già 16”. Sulla tragedia di Guidonia “sia fatta chiarezza sulle eventuali responsabilità da parte degli enti preposti”. A chiederlo congiuntamente Filt Cgil nazionale e la Filt Cgil di Roma e del Lazio.
“Le indagini – ha sottolineato la Filt nazionale e regionale – dimostreranno le eventuali responsabilità ma non possiamo non segnalare che deve essere fatto un notevole passo in avanti da parte delle istituzioni, affinché venga avviato un percorso di verifica delle condizioni di lavoro nel settore del trasporto delle merci e della logistica. In questo settore sempre più frequentemente il luogo di lavoro è rappresentato da piazzali periferici e isolati, dalle condizioni poco agevoli, più simili a campi incolti che a vere e proprie strutture logistiche, con i necessari edifici di ricovero e presidi di sicurezza, obbligatori per legge”.
Enrico Coppotelli, segretario generale Cisl Lazio punta il dito sulla mancanza di una “corretta manutenzione nei luoghi di lavoro e della trascuratezza con cui talvolta si manda avanti una ditta, piccola o grande che sia”.
Paolo Capone, Segretario generale dell’Ugl e il Segretario regionale Ugl Lazio, Armando Valiani sostengono “l’urgenza di avviare controlli più rigorosi e capillari su tutto il territorio nazionale”. Inoltre è “indispensabile avviare al più presto i percorsi formativi nella scuola, affinché si rafforzi la consapevolezza del rischio nei giovani, che devono poter seguire una formazione puntuale e accurata sul tema della sicurezza lavorativa”. Il sindaco di Guidonia Montecelio, a nome dell’intera amministrazione comunale, ha espresso sui social il cordoglio alla famiglia. Trasversale anche il cordoglio da parte della politica laziale.