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Referendum Atac: Pd e Forza Italia per il sì, contrari i sindacati

Per il no anche Leu e Mdp. Il partito democratico, vittoria del sì è “fallimento della Giunta Raggi”. Sindacati preoccupati per tratte periferiche

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Il referendum Atac di domenica 11 novembre rappresenta qualcosa di più di un quesito sull’apertura o meno del servizio pubblico dei trasporti ai privati. Almeno questo è quello che fanno pensare le dichiarazioni di intenzione di voto che si sono sono susseguite negli ultimi giorni.

Ieri il Pd ha schierato i big nazionali e locali per dar conto delle ragioni del Sì che – se vincerà – sarà una “spallata giusta e costruttiva per sbloccare Roma” e decretare quindi il “fallimento della Giunta Raggi”. Domani in una assemblea pubblica al Nazareno chiuderanno la campagna referendaria insieme a Graziano Del Rio e Paolo Gentiloni.

A votare “Sì” quindi non saranno solo i Radicali, che lo hanno promosso, ma anche, oltre al Pd, Forza Italia perché, hanno spiegato ieri esponenti locali e deputati romani in una altra conferenza stampa , “farebbe uscire finalmente Atac dal baratro in cui la sindaca Raggi e l’attuale amministrazione l’hanno gettata”.

A favore del No si schierano, invece, i sindacati confederali e di categoria perché sono convinti che l’ipotesi di affidamento del trasporto pubblico attraverso una gara d’appalto “favorirebbe solo i privati, mentre non garantirebbe un servizio efficiente ai cittadini, specialmente nelle tratte periferiche, quelle meno remunerative per i privati”.

Per il No, tra gli altri, anche Leu e Mdp. “La liberalizzazione-privatizzazione della gestione del trasporto pubblico – ha sostenuto Stefano Fassina – porterebbe solo a copiose rendite per i privati, come nel caso delle autostrade e degli aeroporti, a danno degli utenti e dei lavoratori”.

Oggi anche la la capogruppo della Lista Zingaretti in Consiglio regionale del Lazio Marta Bonafoni fa sapere che voterà no. “Non aver affrontato per tempo, con idee e soluzioni forti e lungimiranti per l’intero sistema della mobilità a Roma (compreso il nodo Atac)  – si legge in una nota – è una responsabilità politica che non è possibile semplificare con un sì o con un no come quello che ci propone oggi il referendum. È una delle ragioni, non l’unica, per cui voterò no alla consultazione di domenica prossima”.

Mentre CasaPound Italia ha invitato i cittadini romani a non andare a votare perché “il quesito è posto male e la privatizzazione non è la soluzione”.

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