Rilascio di Alessia Piperno: per analista, “facilitato da legami storici Italia-Iran”

"Come previsto quando è stata arrestata, era prevedibile che, a differenza di precedenti arresti fatti ai danni di cittadini statunitensi, inglesi e francesi, (il fatto) potesse risolversi in modo più veloce e 'pacifico'", ha spiegato l'esperto Nima Baheli, analista geopolitico e cultore della materia presso l'università La Sapienza

Il rilascio di Alessia Piperno, la 30enne romana liberata dalle autorità iraniane dopo il suo arresto a Teheran lo scorso 28 settembre, quando erano stati fermati altri otto cittadini provenienti da Germania, Polonia, Francia, Olanda e Svezia, indica “probabilmente che la leadership iraniana ha visto bene di evitare di farsi nemica ulteriormente una nazione che è storicamente stata moderata”, ovvero l’Italia. Lo ha dichiarato all’agenzia Nova Nima Baheli, analista geopolitico e cultore della materia presso l’università La Sapienza di Roma.

“Come previsto quando è stata arrestata, era prevedibile che, a differenza di precedenti arresti fatti ai danni di cittadini statunitensi, inglesi e francesi, (il fatto) potesse risolversi in modo più veloce e ‘pacifico’”, ha spiegato l’esperto. Baheli ha evidenziato che in passato sono state riscontrate difficoltà nei rilasci di alcuni cittadini con doppio passaporto, con prima cittadinanza iraniana, oppure con persone il cui Paese di origine ha contenziosi storici o geopolitici con l’Iran, come Stati Uniti, Gran Bretagna, e in parte Francia. Ad aver fatto la differenza, quindi, i legami tra Roma e Teheran.

“Storicamente i rapporti con l’Italia sono sempre stati buoni. Nel 2003, quando si parlava dei negoziati sul nucleare, l’Iran propose ai cinque Paesi del Consiglio di sicurezza che ci fosse anche l’Italia – ha affermato -. Storicamente anche i rapporti economici pre-sanzioni erano molto forti. Tra i Paesi dell’Ue, l’Italia era sempre stata il primo o secondo partner. Oggi i rapporti sono molto minori a causa delle sanzioni”. “Alla luce di tutti questi elementi e in un contesto come quello attuale in cui il Paese è teatro di non rispetto di diritti umani, può essere visto anche il colloquio telefonico avvenuto nella serata di ieri tra i capi della diplomazia di Italia e Iran, rispettivamente Antonio Tajani e Hossein Amirabdollahian, ovvero non inimicarsi una nazione che storicamente è stata amica e un importante Paese europeo”, ha concluso Baheli.

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