sette anni e due mesi a Claudio Toia, legato agli ambienti degli ultras juventini e ritenuto vicino a Forza Nuova, e cinque anni e mezzo a Mirko Passerini. Accolto il patteggiamento a quattro anni e mezzo per Emiliano Esperto.
Altre due condanne e un patteggiamento per l’assalto alla Cgil avvenuto il 9 ottobre del 2021 a Roma a margine di una manifestazione indetta per protestare contro il green pass. Il gup della Capitale, al termine di un processo con rito abbreviato, ha inflitto sette anni e due mesi a Claudio Toia, legato agli ambienti degli ultras juventini e ritenuto vicino a Forza Nuova, e cinque anni e mezzo a Mirko Passerini. Accolto il patteggiamento a quattro anni e mezzo per Emiliano Esperto.
Il reato contestato è devastazione e saccheggio in concorso. Sulla vicenda dopo le prime sei condanne di luglio ad altri tre autori dell’assalto, il 23 gennaio scorso sono state inflitte pene al termine di un altro processo svolto sempre con il rito abbreviato: il gup della Capitale ha disposto sei anni di carcere per Andrea Savaia, genovese di 54 anni, e 4 anni per i due romani, Maurizio Ciocca e Daniel De Filippis. Nei confronti di Savaia, legato ai movimenti no green pass, il pm Gianfederica Dito aveva contestato i reati di devastazione e resistenza a pubblico ufficiale mentre agli altri due aveva imputato la sola devastazione.
Per questa vicenda l’attivista ligure era stato raggiunto dalla misura cautelare degli arresti domiciliari, per i due romani era stato deciso l’obbligo di firma. Savaia venne arrestato, assieme ad altri, il 14 gennaio dello scorso anno a poche ore da un’altra manifestazione no pass prevista a Roma. Nell’ordinanza cautelare il gip scrisse che “l’intensità offensiva delle condotte contestate e l’imminente svolgimento di un’altra manifestazione indetta dal movimento no vax, consolidano e rendono quanto mai attuale le esigenze cautelari”. A luglio poi sempre il gup di piazzale Clodio aveva emesso le prime sei condanne per l’assalto di Corso d’Italia. Furono comminate pene tra i sei e i 4 anni mezzo. Tra i condannati anche Fabio Corradetti, figlio della moglie del leader di Forza Nuova, Giuliano Castellino, a cui furono inflitti sei anni.
Stessa pena per Massimiliano Ursino, leader palermitano di Fn. Sulla vicenda nel processo principale sono imputati i leader storici di Forza Nuova, Roberto Fiore e Giuliano Castellino, a cui la pm Gianfederica Dito contesta anche i reati di istigazione a delinquere e devastazione. Lo scorso 25 gennaio i due imputati in aula hanno precisato che la loro volontà “non era quella di assaltare la Cgil ma solo di assediarla” giudicando quella manifestazione, sfociata in violenti scontri, “pacifica”.