Roma, ecco perché la ciclabile sulla Tuscolana è una grande occasione mancata

Annunciato l’avvio dei lavori per la pista ciclabile tra Cinecittà e il Quadraro: perché non portarla fino alla Caffarella?

Roma Capitale ha annunciato l’avvio dei lavori della ciclabile Tuscolana. Oltre due kilometri di pista che collegheranno il Quadraro e Cinecittà e si connetteranno con la pista che già porta al Parco degli Acquedotti e con quella che percorre Via Palmiro Togliatti.

Nonostante la sindaca di Roma Virginia Raggi abbia annunciato la novità come un’opera che arricchirà la viabilità capitolina, la pista ciclabile della Tuscolana è una grande occasione mancata.

Vediamo perché.

Lascia perplessi il fatto che sia stato scelto come punto d’avvio il Quadraro all’altezza della stazione Metro Porta Furba e non un ‘capolinea’ che collegasse la ‘parte bassa’ della Tuscolana con quella ‘alta’ che da Arco di Travertino porta fino a Piazza Re di Roma.

La vera rivoluzione sarebbe stata collegare la nuova pista ad Arco di Travertino e poi al Parco della Caffarella, un tragitto che avrebbe unito il parco dell’Appio Latino con quello degli Acquedotti. Non solo.

Tra i vari punti di accesso della Caffarella c’è anche quello che si trova a ridosso di Porta San Sebastiano, da cui parte un vialone di 200 metri che arriva dritto alle Terme di Caracalla, cuore archeologico di Roma da cui è possibile raggiungere tutti i punti più belli del centro città. Con questo progetto immaginario gli abitanti di Don Bosco, Subaugusta e del Quadraro sarebbero potuti arrivare in sicurezza al Colosseo assieme alla propria bicicletta.

Radiocolonna lancia questa proposta che speriamo possa essere presa in considerazione in un’ipotetica fase-bis della ciclabile Tuscolana. Un progetto che dimostra comunque un’attenzione dell’amministrazione ai temi della ciclabilità.

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