Civita di Bagnoregio creata dall’uomo e insidiata dalla natura

Un borgo unico al mondo bello di una bellezza esclusiva carica di storia e di decadimento. A Bagnoregio la natura è nemica e lascia graffi ovunque

 

Dalle origini etrusche, il borgo laziale di Civita Bagnoregio (Viterbo) si presenta ai visitatori collegato al territorio circostante da un lungo ponte sostenuto da moderni tralicci che si confrontano con gli antichi mattoni in tufo rosso.

Ed è proprio il tufo, sul quale si regge, il motivo della sua precarietà. La collina sulla quale è costruito il Borgo è argillosa e si sgretola sotto i colpi degli smottamenti atmosferici che lo continuano a minare.

Acqua, terremoti e frane da sempre distinguono questo meraviglioso borgo medioevale da visitare il prima possibile.
Nella sua realtà odierna il borgo si sbriciola, poco a poco, e ha il fascino dell’ ineluttabilità che rende la visita ancora più sentita e introspettiva.

La leggenda narra che il toponimo Bagnoregio derivi dal “balneum regis”, bagno che fece, nelle acque termali, il re longobardo Desiderio e che “miracolosamente” lo guarirono.

Il borgo ha dato i natali a San Bonaventura dell’ordine dei Francescani. E’ stata terra di lotte tra lo stato pontificio e le forze garibaldine, fino alla sua annessione all’Italia.

Bagnoregio diventa veramente magico in occasione del presepe vivente che anima il borgo. E pare di venir catapultati nel medioevo quando le strade del paese si animano di comparse che fanno rivivere le antiche botteghe ricreando la quotidianità che riporta i turisti indietro nel tempo.

E’ uno scorcio unico da cui si rimane incantati e che si staglia e si fa ammirare da lontano. Così, questa meraviglia ha colpito  il regista giapponese Hayao Miyazaki che con il film d’animazione “ la città incantata” ne ha fatto un luogo di vivo interesse per i turisti conterranei.

Prima di raggiungere il lungo ponte, percorribile solo a piedi, si attraversa il paese abitato e ci si imbatte in una molteplicità di negozi di manufatti locali su cui spicca la ceramica. E’ bello vedere come siano i giovani, i nuovi artigiani che portano avanti la tradizione.

Qui, acquistare souvenir significa portarsi a casa un po’ di storia, di cultura, di tradizione.
Così come assaggiare i sapori tramandati, aiuta a sostenere questo gioiello che ha una grande necessità di compartecipazione e sostegno.

All’ingresso del paese un cartello riporta questa frase che ha il sapore di una tragica sconfitta: “difficile da difendere dalle erosioni del tempo”

Silvia Trevisan

 

 

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