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Emilio Fede: dalla Rai alla diretta sull’Iraq, addio allo storico direttore del Tg4

aveva 94 anni ed era ricoverato nella Residenza San Felice di Segrate, alle porte di Milano

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Dalla Rai a Mediaset, tra Studio Aperto e il Tg4. È morto a 94 anni Emilio Fede, uno dei volti simbolo del giornalismo televisivo italiano. L’ex direttore del Tg4 era ricoverato nella Residenza San Felice di Segrate, alle porte di Milano e le sue condizioni si erano aggravate. Nella sua carriera è stato direttore del Tg1, di Videonews e di Studio Aperto, ma tutti lo ricordano per le sue conduzioni alquanto originali del Tg4 che ha diretto per quasi 20 anni, esattamente dal 1º giugno 1992 al 28 marzo 2012. Fede era nato a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, il 24 giugno 1931, figlio di un maresciallo dei carabinieri e di una cantante d’opera. Nel 1958 cominciò a collaborare con la Rai come conduttore a contratto del programma ‘Il circolo dei castori’ assieme a Enza Sampò e Febo Conti. In seguito per otto anni ha raccontato da inviato l’Africa e le sue rivoluzioni, prima di lavorare con Sergio Zavoli nella redazione di Tv7, il settimanale di approfondimento del Tg1. Dal 1976 fu per cinque anni conduttore del Tg1, compresa la prima edizione a colori datata 28 febbraio del 1977. Dal 1981 ha diretto il Tg1 per due anni. Sotto la sua direzione la testata trasmise la celebre diretta, condotta da Piero Badaloni, relativa all’incidente di Vermicino, durata ben 18 ore e seguita da circa 25 milioni di telespettatori. Il rapporto con la Rai terminò nel 1987, a seguito di un processo per gioco d’azzardo finito con l’assoluzione.Fede riprese il suo cammino professionale accettando l’offerta di Rete A, emittente nata nel 1983, dove va a fondare e dirigere il TgA, il primo telegiornale nazionale privato della televisione italiana, la cui prima edizione andò in onda lunedì 7 settembre 1987. Nel 1989 passa alla Fininvest di Silvio Berlusconi, dapprima come direttore di Videonews, poi di Studio Aperto, notiziario di Italia 1, che il 16 gennaio 1991 fu il primo telegiornale in Italia ad annunciare in diretta l’inizio dell’operazione ‘Desert Storm’ durante la guerra del Golfo, proprio nel giorno della sua prima messa in onda. Studio Aperto fu anche il primo telegiornale a informare della cattura dei due ufficiali dell’Aeronautica Militare italiana, Gianmarco Bellini e Maurizio Cocciolone.Nel 1992 venne nominato direttore del Tg4, il nuovo telegiornale di Rete 4. Nel luglio del 2004 conduce il TG4 in diretta da Nassiriya per portare la sua solidarietà ai militari italiani colpiti dall’attentato. Il 28 marzo 2012, a seguito di una trattativa con Mediaset non andata a buon fine, la società solleva Emilio Fede dalla direzione del Tg4. L’azienda di Cologno Monzese afferma in un comunicato che non è stato possibile arrivare a una risoluzione del rapporto in modo consensuale, specificando che l’ex direttore lascia anche Mediaset. Alla direzione del Tg4 gli subentra Giovanni Toti, già direttore di Studio Aperto, che da quel momento dirigerà entrambi i notiziari per circa due anni.Il ricorso di Fede al tribunale civile di Milano per chiedere a Mediaset il reintegro e il pagamento di 8.411.000 euro come risarcimento non ha esito. Rti motiva la scelta sottolineando che Fede è indagato per associazione a delinquere a scopo di diffamazione per il presunto ricatto nei confronti dei vertici Mediaset con un fotomontaggio a luci rosse. Il 9 aprile 2015 il Tribunale civile di Milano respinge la sua richiesta di risarcimento e gli impone di versare a Mediaset circa 10.000 euro per le spese di causa. C’è poi il processo Ruby: nel 2011 Fede è indagato per induzione e favoreggiamento della prostituzione in relazione al caso. Nel 2013 il tribunale di Milano lo condanna a 7 anni di reclusione e interdizione dai mezzi di informazione, considerati come pubblici uffici. Pena poi ridotta, a seguito di un ricorso in Appello e in Cassazione, a 4 anni e 7 mesi per favoreggiamento della prostituzione.

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