Osservatorio Nomisma in collaborazione con Intesa Sanpaolo e Gruppo Apollo hanno presentato il primo rapporto sul mercato dell’arte in Italia a Palazzo Rospigliosi, riunendo i principali player che interagiscono in questo particolare contesto e che portano avanti con energia quella che viene definita l’”Industry dell’arte”: galleristi privati, direttori di musei, case d’asta, antiquari e chi fa parte della logistica dell’arte.
Alla presenza del Ministro della Cultura, Dario Franceschini, sono state enunciate le cifre impressionanti dell’impatto sull’economia del nostro paese. Si parla di un volume di affari di 1,46 miliardi di euro con ritorno complessivo di 3,78 miliardi di euro. L’Industry dell’arte genera circa 36mila posti di lavoro complessivamente e per questo è necessario non sottovalutare le problematiche legate alla ripresa e al sostegno da parte del Governo del mercato dell’arte.
“La tutela del nostro patrimonio è fondamentale, ma non può essere totalizzante e va conciliata con il mercato e gli sviluppi economici futuri”, afferma Franceschini aggiungendo che “è necessario che le norme che abbiamo introdotto nel 2017 vadano applicate, come la soglia di valore a 13.500,00 euro e il passaporto delle opere d’arte per una loro più facile circolazione.”
Anche il Generale Riccardi, Comandante del Nucleo tutela patrimonio Culturale, ha specificato che “La tutela è al servizio del mercato. Poiché le opere d’arte tutelate e controllate rendono sicuro anche il mercato e danno fiducia ai collezionisti. Per questo sono fondamentali le Banche Dati condivise sul patrimonio da tutelare e la tecnologia dovrà sempre di più venirci in aiuto per facilitare una circolazione controllata.”
Valter Mainetti, presidente della Fondazione Sorgente Group, ascoltando gli interventi, confronta la sua esperienza di collezionista: “L’acquisto di opere d’arte nel mercato nazionale e internazionale deve avvenire in sicurezza e nella certezza della liceità. Solo in questo modo è possibile implementare le collezioni d’arte.”
Tutti sono concordi nel ritenere la burocrazia, l’incertezza nell’applicazione delle norme e una tassazione svantaggiosa rispetto gli altri competitor europei, le maggiori cause del rallentamento del mercato e della circolazione di opere d’arte.
Alessandra Di Castro, Presidente Associazione Antiquari d’Italia: “Il 2021 è ancora l’anno della lenta ripartenza in attesa di superare il covid, ma il 2022 deve necessariamente segnare un passo diverso. L’Italia deve trovare le condizioni per riappropriarsi del grande pubblico internazionale fieristico e riuscire a fare numeri importanti paragonabili al Tefaf, che nel 2019 ha chiuso con 70mila visitatori, pur svolgendosi in una piccola città dell’Olanda”
La circolazione delle opere d’arte nel mondo grazie al mercato dell’arte e anche per esposizioni museali internazionali, genera non solo un indotto economico, ma anche diffusione della cultura e dell’immagine positiva del nostro paese. Grazie all’arte è stato possibile allacciare relazioni internazionali importanti e avvicinare paesi lontani anche culturalmente come la Cina.