Terra chiama Luna. Baby K all’Orion tra radici e presente

L'artista romana d'adozione fa tappa allo storico club di Ciampino, dove rivive insieme al suo pubblico una storia umana e musicale

Forse batteva davvero forte il cuore, in quell’istante prima di salire sul palco, prima che le luci si accendessero e la base partisse. Perché tornare a Roma, dopo gli anni bui della pandemia e dei club vuoti, scuri e silenziosi e delle strobo spente, è per Baby K sempre un po’ come la prima volta. D’altronde, Claudia Judith Nahum, questo il suo vero nome, è nata artisticamente nella Città Eterna, dove affonda le sue radici.

Qui i primi assaggi di rap, i primi flow, qui le prime rime buttate giù in camera e spalmate su una base. Non poteva dunque essere diversamente all’Orion di Ciampino, dove la cantante romana ma nata a Singapore quattro decenni fa, si è esibita dinnanzi al suo pubblico, quello nuovo e quello della prima ora. Amici delle scanzonate notti romane, passate alla consolle con il microfono in mano a far ingranare le serate e muovere i fianchi. E tanti giovanissimi, che hanno trovato in questa artista dalle mille idee ma da una sola identità, un nuovo modo di ascoltare musica.

Le radici non si discutono. Ma in oltre dieci anni di carriera (nel 2013, l’allora trentenne e dall’acconciatura nera Baby K, trionfa agli MTV Awards aggiudicandosi il premio Best New Artist), il primo e indimenticato amore, il rap, ha lasciato spazio a nuove sonorità, magistralmente condite a dosi reggaeton, di cui la cantante (unica artista italiana ad aver ottenuto un disco di diamante dalla Fimi grazie al singolo Roma-Bangkok, che ha venduto oltre 500.000 copie nel paese e 100.000 mila in Francia) è a tutti gli effetti una pioniera in Italia.

Di qui la nascita di un genere dal sapore allegro e spensierato ma non per questo non introspettivo, lo Urban pop, che Baby K ha sapientemente portato sul palco dell’Orion, tappa dal sapore decisamente intimo del suo Donna sulla luna tour, dopo i trionfali concerti in Germania e la sbornia ai Magazzini di Milano. Nella serata romana c’è tutta la storia musicale dell’artista Baby K. Dai grandi successi come Da zero a cento e Bolero, fino a Voglio ballare con te, passando per il duetto virtuale con Tiziano Ferro, suo partner in Killer. E poi Playa, Dinero, Non dire una parola e tanto altro. Il pubblico canta, balla, si immedesima.

Ma per ogni successo ci sono sempre delle origini da non dimenticare. E Baby K lo sa bene, visto che nella setlist ha inserito tre delle sue canzoni della prima ora, quando la gloria era ancora tutta da costruire. Sparami, Non cambierò mai e, soprattutto Femmina alfa, il manifesto umano prima ancora che musicale dell’artista, in cui riversa tutto il suo essere donna coraggiosa e controcorrente. Una canzone che esprime speranza e sana rabbia, ambedue vero carburante per la strada verso il successo. Quello dell’Orion è stato un viaggio nel e tra il suo pubblico ma, soprattutto, come confessato dalla stessa cantante al termine di Roma-Bangok, a chiusura del concerto, qualcosa di profondamente intimo. E per questo eccezionale.

(Foto Alexandra Nahum – riproduzione riservata)

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