Affitti illegali, scempio senza fine

Il Comune affitta a enti, partiti, sindacati e altre istituzioni immobili anche di pregio, in zone centrali della città, a canoni ridicoli. Ora la giunta annuncia un giro di vite

Simone Canettieri per Il Messaggero

 

L’input di Virginia Raggi è partito ieri mattina (via chat) con i più stretti collaboratori: «Dobbiamo dare un segnale forte sul patrimonio comunale, su chi paga pochi euro di affitto e, soprattutto, chi non paga deve andare fuori». Il ragionamento della sindaca, sulla scia della relazione pubblicata da Il Messaggero sullo scandalo degli affitti comunali, abbraccia tutto l’universo mondo degli immobili del Campidoglio, occupato a prezzi irrisori dai privati, ma anche da partiti, associazioni e sindacati. La strategia prevede due step: ultima trattativa con i locatari poi a seconda dei casi più gravi si possono usare le maniere forti come gli sgomberi.

A fine ottobre ci fu il caso più eclatante: la storica sede Pd di via dei Giubbonari abbandonata dai dem per un rosso di 170mila euro (a fine gennaio il circolo si trasferirà in via del Pellegrino). Attenzione il tema non è solo amministrativo ma anche e soprattutto politico: sullo scandalo delle case di “Mamma Roma” il M5S ha battuto per tutta la campagna elettorale e Daniele Frongia – il braccio destro di Virginia, l’unico che le è rimasto – ci ha scritto anche un libro («E io pago»). Ecco perché l’argomento è strategico.

L’impatto mediatico è sui privilegi corporativi delle organizzazioni di rappresentanza. La lista, e qui siamo nel campo delle concessioni comunali, è lunghissima. E il dipartimento Patrimonio ha già iniziato a esaminare tutte le fattispecie. Fratelli d’Italia paga per i locali di Colle Oppio circa 12 euro al mese, luoghi da sempre abitati dalla destra romana (dal Msi in poi): il partito di Giorgia Meloni non ha arretrati ma è in trattativa con il Campidoglio per rivedere i canoni.

Altri casi simili si trovano all’Esquilino dove un’associazione che ospitava un circolo del Pd pagava 667 euro al mese. Mentre quella di Sel circa 700, sempre nella stessa zona. Un salasso, per esempio, rispetto a quanto sborsa l’associazione il Segno vicino a Sel a Tor Tre Teste. Qui in via Aldo Balma le idee della sinistra trovano casa a 142 euro ogni 27 del mese. Discorsi come questi si trovano nelle sedi del Pd Celio-Monti ma anche in quelli di Villa Gordiani.

Favori e concessioni ottenute negli anni grazie a giunte amiche, ma anche nemiche («per la consociativa pace sociale di Roma») da tutti i partiti. Un discorso intrapreso dal commissario Francesco Paolo Tronca ma poi interrotto alla vigilia delle elezioni per non creare tensioni, adesso il Comune ci riprova. Nei fogli Excel del Comune capitolino non mancano sindacati, ministeri, associazioni di tutti i tipi.

Un centinaio di immobili, come la sede dell’ufficio culturale dell’ambasciata araba d’Egitto, una villetta di tre piani, con giardino nel parco di Colle Oppio, presa in affitto a 4 euro al mese (51 all’anno). Gli inglesi per un locale in via XX Settembre, a pochi passi dall’ingresso della loro sede, sborsano 402 euro all’anno. Dati e circostanze che lasciano poco spazio all’interpretazione.

Questa volta sul fronte Erp (edilizia residenziale e popolare). E cioè la scoperta o meglio la conferma di finti poveri con cinque case intestate e l’appartamento popolare, morosi, occupanti abusivi entrati sfondando la porta, residenti che si sono “allargati” senza chiedere il permesso a nessuno. Quasi il 90% delle case popolari gestite dal Comune di Roma ha inquilini irregolari. «Ogni mese – si legge nel rapporto – vengono realizzate circa 25 istruttorie tecnico/amministrative sulle unità immobiliari». Ma di queste soltanto «tra le 3 e le 5 risultano idonee per la certificazione». Poco più del 10%.

Fronti che intrecciano per una sfida, la caccia ai furbetti della casa comunale, che si ripropone periodicamente. A cui va aggiunto anche il nuovo regolamento per le tariffe degli impianti sportivi comunali allo studio della commissione presieduta da Angelo Diario. Sarà la volta buona o l’ennesimo annuncio che suona da penultimatum?

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