Ama, la situazione è al collasso

A Rocca Cencia lunghe file di camion, con attese infinite e ritardi nel servizio

Mauro Evangelisti per Il Messaggero Roma

 

Camion dell’Ama in fila, nell’impianto di trattamento di Rocca Cencia, costretti a lunghe attese e dunque anche a ritardare nuovi passaggi sulle strade per la raccolta. Impianto di trattamento di via Salaria, per il quale la giunta Raggi aveva promesso la chiusura definitiva, che invece viaggia a pieno regime: se domani si fermasse, per la Capitale sarebbe il caos. Strade in centro storico sporche più del solito, con i cestini svuotati in ritardo, perché i dipendenti dell’Ama sono riutilizzati in altre zone e la coperta è corta in questa fase di difficoltà. Strade di quartieri semi centrali come Trieste e Nomentano, ma anche della periferia a Roma Nord, in forte affanno, con i cassonetti colmi, i sacchetti lasciati per terra sui marciapiedi.

 

Eccola la situazione che sta vivendo Roma in queste ore, proprio alla vigilia della conferenza stampa di questa mattina in cui l’assessore all’Ambiente, Pinuccia Montanari, presenterà il suo piano dei rifiuti. Si tratta però di iniziative a lungo termine, che guardano al 2021 quando la differenziata, secondo la giunta Raggi, arriverà al 70 per cento e la produzione di spazzatura sarà ridotta del 20. Ma la situazione di pre-emergenza è in corso adesso e rischia di peggiorare nelle prossime ore, anche se in Ama assicurano che nel giro di due-tre giorni si tornerà alla normalità.

 

La crisi è stata innescata nella solita zona rossa di Roma, Malagrotta, e non sarà semplice trovare una soluzione. Come più volte ha spiegato il direttore generale di Ama, Stefano Bina, il sistema romano è fragile. Uno dei motivi per i quali Roma va ciclicamente a un passo dall’emergenza è la diminuzione di materiale lavorato nei due impianti di trattamento di Colari. Hanno ridotto sensibilmente (prima del 50 per cento, in queste ore del 20) la quantità di rifiuti accettati e questo ha mandato in tilt il sistema. In parallelo, c’è il problema dell’interdittiva prefettizia antimafia che ha colpito il gruppo di Cerroni, in base alla quale Ama non può pagare Colari che, dunque, presto potrebbe bloccare l’operatività completamente.

 

Ad oggi la Prefettura non ha ancora deciso se procedere al commissariamento. C’è un problema oggettivo: non esiste un contratto tra Colari e Ama e dunque il prefetto non ha uno strumento ufficiale su cui intervenire. L’altro giorno c’è stato un vertice in Regione, con l’assessore ai Rifiuti, Mauro Buschini, e alcuni rappresentanti della maggioranza. In linea di massima, per una volta Regione e Roma Capitale faranno fronte comune per chiedere al prefetto Paola Basilone un incontro urgente. Si svolgerà, salvo cambiamenti di programma, il 13 aprile.

 

Bisogna essere chiari: se oggi la situazione è molto complicata, tra qualche giorno potrebbe essere esplosiva, perché i due Tmb di Malagrotta di Cerroni potrebbero fermarsi di fronte ai mancati pagamenti di Ama (causati, come detto, dall’interdittiva antimafia che ha colpito Colari). Inoltre, c’è anche il fronte caldo dei dipendenti: ieri il gruppo che fa capo a Lila (Laboratorio idee lavoratori Ama) ha pubblicato le foto dei camion in coda a Rocca Cencia («andiamo a 10 metri all’ora» scrivono). Sempre in quell’impianto c’è stata una contestazione disciplinare a 25 dipendenti per non avere lavorato l’ora di straordinario richiesto dall’azienda. Anche questi elementi contribuiscono a rendere sempre più scivolosa la situazione. L’Ama replica che in realtà l’impianto di Rocca Cencia sta lavorando al massimo, proprio per sopperire alla frenata di quelli di Colari, e che nelle ultime quattro settimane sono state smaltite 13 mila tonnellate di rifiuti in più rispetto a un mese normale.

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