Immobili: 40mila case, il tesoro dimenticato di Roma Capitale

Avviata una ricognizione del mattone del Campidoglio per la maggior parte senza dati sulle superfici. Potrebbe abbattere il debito e fronteggiare il fabbisogno abitativo.

Il patrimonio immobiliare di Roma Capitale è una risorsa tutta da reinventare. Ci sono case popolari, edifici che ospitano uffici pubblici, immobili sequestrati e poi ancora tutti gli asset nel mattone che fanno capo alle partecipate. In totale sfiorano le 40 mila unità. Una cifra importante che lascia intuire quale rilievo abbia per la Capitale il real estate. E’ una enorme ricchezza raramente gestita secondo criteri di efficienza. Ma che messa dovutamente a reddito potrebbe aiutare il Campidoglio a rimettere a posto i suoi
dissestati conti. E magari contribuire anche a smaltire parte dei dodici miliardi di debiti confluiti nel periodo del sindaco Gianni Alemanno nella gestione straordinaria del Comune di Roma attualmente nelle mani del commissario Silvia Scozzese.

Secondo i dati 2016 del dipartimento Patrimonio Sviluppo Valorizzazione di Roma Capitale, l’amministrazione Raggi può contare su oltre 38mila quattrocento immobili residenziali e commerciali sparsi nei suoi municipi. Molti sono in zone centralissime come via dei Coronari, a via Governo Vecchio, via di San Todoro, Corso del Rinascimento. Zone di pregio, insomma, dove il prezzo al metro quadro
arriva a sfiorare i 7900 euro come rivelano i dati dell’Agenzia del territorio. A questo portafoglio di appartamenti, magazzini e negozi dell’Urbe si aggiungono poi 4366 di immobili sparsi in giro nei comuni limitrofi: da Albano Laziale fino ad Anzio per arrivare a Cerveteri, Ciampino Guidonia, Nettuno, Pomezia. Inoltre, alla complessa struttura gestita direttamente dal comune, fanno capo altri 4100 immobili destinati alle attività di pubblico servizio come asili, palestre, centri socio-culturali, campi sportivi, piscine e centri anziani. E poi ancora scuola, immobili confiscati e spazi riacquisiti dal Comune.

Difficile fare una stima di questo immenso patrimonio in soldoni perchè nelle quasi 2mila pagine di dati del dipartimento non sono indicati i metri quadrati degli immobili. Di sicuro però non si tratta di pochi spiccioli. Che peraltro potrebbero rendere di più. Basta spulciare l’elenco degli immobili disponibili per l’affitto (https://www.comune.roma.it/resources/cms/documents/Patrim_Disponibile_Nov_2016.pdf) per capire che il Campidoglio può certamente puntare a mettere meglio a reddito i suoi immobili.

L’operazione non è certamente facile. Lo sanno bene alla giunta Raggi che con il contributo dell’assessora Rosa Alba Castiglione che assieme all’assessore al bilancio Gianni Lemmetti punta a fare un po’ di ordine nel complesso scenario del mattone del Campidoglio. Non è evidentemente cosa facile, ma non per questo la giunta a 5Stelle si è data per vinta. Ha in corso una ricognizione dell’intero patrimonio per decidere il da farsi in tempi e modi tutti da definire in funzione delle singole situazioni degli immobili.

Contemporaneamente il riassetto delle partecipate deciso dall’ex assessore Massimo Colomban coinvolgerà inevitabilmente gli asset immobiliari del trasporto pubblico locale con la liquidazione della controllata Patrimonio immobiliare srl. A dire il vero la chiusura della controllata in cui era confluita Atac patrimonio era stata già decisa prima dell’arrivo in Campidoglio della Raggi. Ma l’amministrazione pentastellata ha intenzione di chiudere il cerchio su una procedura che dura da ormai sette anni e che ha cumulato nei passati esercizi oltre due miliardi di perdite.

Sullo sfondo resta poi la questione Ater: l’azienda pubblica delle case popolari, controllata dalla Regione, non gode di buona salute. I rapporti con il comune poi sono decisamente tesi: da un lato l’Ater gestisce un pacchetto di immobili di proprietà della Capitale e vanta 135 milioni di crediti verso il Campidoglio per l’utilizzo di alcune aree di sua proprietà, dall’altro è un debitore moroso con una cartella esattoriale sul capo da 550 milioni (rottamati l’estate scorsa a 370). Ma è un tassello essenziale nelle politiche abitative e promette di essere un nodo spinoso per l’amministrazione Raggi. A meno che, naturalmente, non cambino gli equilibri politici del parlamentino nelle prossime elezioni regionali.

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