Regione: Lazio Crea e la delicata partita crediti con l’amministrazione

Nata nel 2016, la società ha chiuso l'esercizio in utile evitando la tagliola della spending review. Ma nelle pieghe del bilancio emergono 58 milioni crediti con la Regione che punta a disconoscere alcune fatture. A pagare il conto sono i fornitori cui l'azienda pubblica paga in ritardo il dovuto.

C’erano una volta Lazio Service e Lait, due controllate della Regione che non riuscivano a far quadrare i conti. Poi a marzo del 2016 il governatore Nicola Zingaretti decise di fonderle dando vita a Lazio Crea, una nuova società pubblica con circa 1600 dipendenti e soprattutto con la prospettiva di oltre 4,3 milioni di euro di risparmi. Si trattava di un risparmio consistente che avrebbe messo al riparo il nuovo gruppo dalla tagliola della spending review sulle partecipate pubbliche. A distanza di un anno da quelle nozze, Lazio Crea, interamente controllata dall’ente, ha mantenuto le sue promesse chiudendo il 2016 con un leggero in utile. Ma non è tutto oro quello che luccica perché, a guardare i conti della società, emerge che la Regione Lazio non solo tarda a pagare i crediti, ma punta anche a disconoscerne alcuni. E che quindi lo stesso utile indicato in bilancio è per così dire “ballerino”.

Lo rivelano i documenti del bilancio 2016 che entrano nel merito delle difficoltà di Lazio Crea, azienda che svolge un ruolo strategico per l’ente dal momento che presta servizi di elaborazione, predisposizione, archiviazione e controllo documenti per la gestione dei piani operativi regionali e realizza programmi operativi co-finanziati dall’Unione Europea. “Con riguardo alla situazione creditoria al 31.12.2015, si pone evidenza che già nella nota integrativa al Bilancio 2015 si evidenziava che, ad avvenuta fusione tra Lazio Service e LA.it, la Lazio Crea aveva proposto alle Direzioni Regionali committenti e all’organo del Consiglio Regionale una riconciliazione di tutte le partite creditorie e debitorie tra la newco e la stessa Regione Lazio, fornendo anche l’istruttoria utile per l’adozione dei provvedimenti di liquidazione” spiega la nota integrativa. Di qui è iniziata una ricognizione delle partite creditorie con la Regione che ha messo in discussione alcune voci. “La Società, pur non condividendo quanto comunicato dal Socio (e riservandosi tutte le azioni del caso a tutela della propria posizione creditoria), ha prudenzialmente ritenuto necessario adeguare il fondo di svalutazione dei crediti in base all’importo indicato nella nota; pertanto, alla chiusura del bilancio al 31.12.2016, il fondo ammonta ad euro 2.673.860”. Ma non è detto che la cifra sia sufficiente. “E’ bene, infine, precisare che la Società, nell’ambito del processo di ricognizione dei crediti e dei debiti verso la Regione Lazio, si è sempre mostrata disponibile e collaborativa nel fornire tutte le informazioni e/o documentazioni necessarie al fine della liquidazione delle partite contabili in essere e che la nota regionale sopra riportata sembrerebbe non escludere eventuali ulteriori disconoscimenti di debito nell’ambito del processo di riconciliazione. Tale evenienza, prudenzialmente esposta in questa sede, potrà essere meglio valutata in esito alle eventuali comunicazioni che dovessero pervenire dalla Regione. In ogni caso la Società si riserva tutte le azioni più opportune a tutela dei propri crediti” precisa il documento contabile.

Ma di che cifre stiamo parlando? A fine 2016 Lazio Crea registrava nel bilancio 57,8 milioni di crediti verso la controllante Regione Lazio. A questa cifra si aggiungono altri 250mila euro che fanno capo alle controllate regionali Cotral e Arsial. Si tratta di somme importanti se si considera che l’azienda ha un giro d’affari da poco meno del doppio (103 milioni di euro). Non a caso i ritardi nei pagamenti da parte della Regione e il tentativo di disconoscere parte dei crediti sta mettendo in difficoltà la società che ha rallentato i pagamenti ai fornitori come testimonia il fatto che alla fine del 2016 l’azienda avesse un debito verso terzi vicino ai 49 milioni. “All’importante riduzione degli incassi corrisponde, altresì, una rilevante riduzione nei pagamenti ai fornitori, motivata anche da una riduzione complessiva sugli acquisti di beni e servizi. E’ presente un importante rischio di liquidità” puntualizza la nota integrativa. Un gran pasticcio interno all’amministrazione di cui alla fine a pagare il conto sono solo i fornitori e i laziali visto che la società ha evitato la tagliola della spending review perché è in utile per poco più di 13mila euro. Sempre che il futuro governatore della Regione Lazio decida di pagare tutti i crediti, naturalmente.

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