Regione: Zingaretti prova a governare

L'influenza della trattative per l'esecutivo nazionale. Lunedi nascerà la sua giunta. Primo impegno dell'Assemblea l'approvazione del bilancio.

Riconfermato presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti prova a governare alla luce del fatto che non dispone di una maggioranza in consiglio. Come è noto, infatti, le opposizioni possono contare su 26 voti contro i 24 del centrosinistra allargato a LeU (25 se contiamo anche il voto del “governatore”).

La via per Zingaretti si presenta quindi impervia e stretta e dipende da scelte che esulano, almeno in parte, dalla volontà dell’esponente Pd. Diciamo almeno in parte perché il vincitore delle elezioni del 4 marzo è fortemente tentato a concorrere per la segreteria nazionale del Partito Democratico, anche perché può contare su importanti sostegni all’interno della sua formazione politica dopo la sconfitta di Matteo Renzi ed il suo passo indietro. Zingaretti infatti appare come uno dei pochi capaci di riaggregare il frantumato fronte della sinistra italiana (come ha dimostrato l’alleanza che è riuscito a stipulare con il LeU a livello regionale).

Le sorti di questa consigliatura dipendono comunque soprattutto dalle scelte che faranno i suoi oppositori. Se questi trovassero una convergenza su una mozione di sfiducia, la sua presidenza terminerebbe appena iniziata. Difficilmente però questo accadrà. Centrodestra, Cinquestelle ed il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi non sembrano per nulla compatti sul da farsi. Ed il comportamento delle opposizioni terrà conto anche di ciò che avverrà a livello nazionale, quando si faranno le trattative per il nuovo governo. E’ chiaro che, se il Pd scenderà dall’Aventino e deciderà di permettere la nascita di questo o quell’esecutivo (centrodestra o pentastellato), Zingaretti potrà contare su un atteggiamento “benevolo” da parte di chi avrà ottenuto il “passi” per Palazzo Chigi.

In questo momento, quindi il riconfermato presidente sta per iniziare una navigazione in mare aperto senza l’aiuto di una bussola. Intanto, già lunedì 26 dovrebbe nascere la sua giunta che, proprio per non indebolire ulteriormente le forze a sostegno del presidente, non dovrebbe contemplare al suo interno consiglieri regionali (chi vorrà fare l’assessore si dovrà dimettere dall’assemblea; certo saranno possibili una o due eccezioni). Fatta la giunta, poi, si dovrà convocare l’assemblea e sin dalla prima seduta si capirà se Zingaretti avrà vento contrario o “calma piatta”.

Primo impegno di rilievo e banco di prova per il “governatore” sarà l’approvazione del bilancio per il 2018 (il 31 marzo scade l’esercizio provvisorio). Senza un sì dell’assemblea della Pisana, come è noto, si va al commissariamento della Regione, cosa che in verità nessuno vuole: né i sostenitori né gli oppositori di Zingaretti.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014