Roma bloccata e insidiata da voragini, buche e crollo alberi

Anche il quartiere Appio Latino a rischio. Disorganizzazione e paralisi del Comune. Necessario innovare gestione città metropolitana..

Alla vigilia di Pasqua, dopo le recenti voragini sulla circonvallazione Appia, a Monteverde e Balduina, è stato scoperto nel quartiere Appio Latino un preoccupante avvallamento dell’asfalto, che prelude a un altro grande cratere nel terreno. Non è una novità che diversi quartieri della Capitale siano stati costruiti con estrema leggerezza, sia degli imprenditori/palazzinari che dell’Amministrazione. Le aree a rischio non erano mai state bonificate, e hanno presentato, alla resa dei conti, sottostanti gallerie o cave.

La stessa complicità ha determinato il problema, diventato esplosivo con il gelo, delle buche che non danno tregua ai romani e alla stessa sindaca Virginia Raggi. Più vengono riparate e più si moltiplicano, tanto che hanno invaso pressoché ogni strada e marciapiede. E sono diventate, dovunque, imprevedibili insidie per caviglie e gambe dei pedoni, nonché improvvise e tremende trappole per moto, auto e per chi le guida.

Il presidente dell’associazione dei costruttori romani, Acer, Nicolò Rebecchini, rispondendo alla sindaca Virginia Raggi, che incolpa le ditte per i lavori fatti NON a regola d’arte, non giustifica i colleghi, ma consiglia un radicale risanamento viario con l’intervento di costruttori qualificati, che comporterebbe però un investimento di almeno un miliardo e mezzo in cinque-sei anni. Per contro c’è la promessa dell’assessore ai Lavori Pubblici, Margherita Gatta, di costituire una cabina di regia, mentre la sindaca Raggi si limita a ricordare che sono stati gia’ stanziati 17 milioni, dei quali però solo 5 milioni sarebbero subito a disposizione.

Poco più di un “contentino”, in rapporto agli importanti interventi di messa in sicurezza e consolidamento preventivo di gran parte del territorio e della rete stradale della Capitale, giudicati dagli esperti sempre più urgenti e vitali. Tanto che se il degrado viario dovesse continuare con i ritmi degli ultimi giorni, porterebbe al blocco definitivo della circolazione nella Capitale. Già in alcune zone colpite dalle voragini e dai crateri, dove ci si è limitati a mettere delle transenne, il traffico, da mesi diventa impossibile. Il commercio e tutta la vita che si svolge intorno a queste zone risulta penalizzato e stravolto.

Non solo buche, crateri e voragini sono abbandonate al loro destino, anche l’acquisto dei 760 autobus dell’Atac è bloccato, perchè ai giudici del Tribunale, che devono decidere sul concordato chiesto dalla municipalizzata dei trasporti, non è chiaro dove la società possa trovare le risorse necessarie. Inoltre il bando per i carriattrezzi per la rimozione delle auto – a quanto risulta a ‘’Il Messaggero’’ – sarebbe ancora solo allo studio. Come pure quello per la rete di telecamere, ancora in alto mare. Della paralisi del Comune fa le spese anche l’Ama, che provvede con difficoltà alla raccolta dei rifiuti, per le grandi carenze del parco mezzi. Funziona la metà dei veicoli e dei 160 nuovi previsti, per ora ci sono solo parole. Che dire poi dello stop alle potature per il pasticcio delle nomine, mentre non c’è giorno che cada un albero, mettendo a rischio l’incolumità dei passanti e distruggendo i veicoli parcheggiati.

Insomma una città, Roma, talmente allo sbando, che non basta dare la responsabilità solo al Comune e alla sindaca Raggi. Semmai il tentativo di cambio di passo rispetto al passato, cercando di fare tabula rasa di complicità pubbliche-private, si è tirato contro la maggior parte dei media e ha finito, così, per esasperare l’immagine disastrata della Capitale.

Tutti i problemi capitolini invece, non solo affondano le radici nell’inefficienza delle passate gestioni, ma anche nelle dimensioni della Città, in continua e rapida espansione e fuori ormai da ogni controllo. Com’è da tempo arcinoto noto, Roma, per superficie e popolazione, vale una decina dei maggiori capoluoghi del Paese, Milano compresa. Il primo cittadino, Virginia Raggi, invece di balbettare soluzioni impossibili, dovrebbe dimostrare il coraggio di avviare la necessaria rivoluzione istituzionale, per dotare di una efficiente organizzazione gestionale la città metropolitana ed esigere un nuovo rapporto con lo Stato centrale, in linea con le altre maggiori Capitali europee.

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