Piazza Navona: Cafarotti, nessuna responsabilità

L'assessore al Commercio respinge ogni accusa sul negozio/suk e aggiunge: i primi ad indignarsi siamo noi

 

Sulla vicenda, sollevata dal Corriere della Sera, della bottega storica di piazza Navona trasformata in una rivendita di paccottiglia ed anche di alcolici,  multata ieri dai vigili interviene l’assessore al commercio e al turismo, Carlo Cafarotti.

In un post su facebook, respinge le accuse di inefficacia della delibera per il commercio nel centro storico varata lo scorso aprile dalla giunta Raggi. ”Vi mostro – esordisce Cafarotti- come nasce una fake-news, ma soprattutto come si smentisce. Parlo del negozio-suk – rileva – che ha aperto in Piazza Navona, cosa che qualcuno – nonostante chiarimenti e delucidazioni – attribuisce al Regolamento sul commercio nel Centro storico approvato dalla Giunta ad aprile.”
Ciò, secondo l’assessore è falso.

L’esercizio in questione,  la cui nuova gestione è subentrata alla storica giocattoleria Bertè, conservandone il marchio,  per l’apertura,  secondo quanto ha ricostruito Cafarotti – ha trasmesso due SCIA (segnalazione certificata di inizio attività) prima dell’approvazione della nostra delibera n. 47, valendosi dunque della precedente delibera consiliare, n. 86 del 2009 approvata dalla giunta Alemanno.
In base a quest’ultima, il subentrante può affiancare ai giochi la vendita di più generi merceologici, quali, appunto, elementi d’arredo non meglio precisati e souvenir. Un’autorizzazione, questa, che non è in alcun modo imputabile alla disciplina sul commercio approvata da questa giunta.
La delibera n. 86, tuttavia, vieta di affiancare a tali esercizi anche attività del settore alimentare: ragion per cui il Municipio di competenza, in questo caso il I, entro 30 giorni dalla ricezione della SCIA deve attivare i necessari controlli, che – se fossero stati effettuati – si sarebbero tradotti in una immediata chiusura del minimarket, ferma restando, purtroppo, la liceità di vendere souvenir scadenti e di cattivo gusto.
Non avendo il Municipio sollecitato una verifica da parte della Polizia Locale nei termini previsti, – precisa Cafarotti – abbiamo provveduto noi ad allertare i vigili, che si sono recati sul posto, constatando le violazioni in materia di affiancamento di attività alimentare e relegamento dell’attività storica a soli 20mq di superficie del negozio.”
Contestata in ogni caso anche la variazione merceologica vietata dalla vigente delibera n. 47.
Da verbale, risultano quindi abusive sia l’attività che le insegne e le tende esterne.
Spetta ora al Municipio Roma I procedere con i conseguenti atti di competenza.

Tengo a ricordare che il Regolamento per le attività commerciali nel centro storico e nel sito Unesco nasce appunto per tutelare le attività commerciali e storiche, le aree di pregio e il decoro cittadino, oltre che per venire incontro alle esigenze espresse dalle Associazioni.

Siamo stati i primi a indignarci – conclude l’assessore- per lo scempio dei suk, delle insegne di pessimo gusto e della paccottiglia che si fanno scudo dell’immagine di Roma, offendendola e rovinandola.”

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