Roma, la cultura targata Zètema non decolla

Il fatturato della partecipata pubblica resta al palo. Migliora l'utile, ma i margini sono in deciso calo mentre l'amministrazione continua a versare 30 milioni l'anno delle casse della società per effetto del contratto di servizio.

Formalmente i conti tornano. Anzi migliorano. Zètema ha archiviato il 2017 con un fatturato stabile attorno ai 57 milioni e un utile da 126mila euro, praticamente raddoppiato rispetto all’anno prima (85.123 euro). Ma il margine si è dimezzato, segno che i profitti potrebbero avere breve respiro. Senza contare poi che, per effetto del contratto di servizio, l’amministrazione capitolina versa 30 milioni l’anno nelle casse della partecipata che gestisce una ventina di musei della capitale oltre ad occuparsi per conto del Campidoglio di animare gli spazi culturali e di progettare eventi, mostre, servizi turistici e servizi bibliotecari.

Non sarebbe forse legittimo attendersi qualcosa in più dall’azienda che mette a reddito realtà importanti della Capitale come i musei Capitolini, l’Ara Pacis e i mercati di Traiano? Certo è indubbio che, sul fronte della performance la società sia appesantita dal costo del lavoro (837 dipendenti di cui 559 impiegati e 249 custodi per oltre 30 milioni l’anno), ma un maggiore dinamismo soprattutto nei musei (25 milioni di ricavi, il 47,9% del totale) non potrebbe altro che far bene al gruppo e ai condi del Campidoglio. Un tentativo c’è stato con la Mic Card, la carta che consente ai residenti l’accesso ai sistema museale romano (5 euro per 12 mesi), ma i risultati dell’iniziativa, lanciata a luglio, si vedranno solo nel bilancio del prossimo anno.

Per avere una dimensione delle potenzialità del sistema museale della Capitale, pur tenendo conto delle debite differenze dimensionali e strutturali, basti pensare che, a Parigi, il prodotto cultura museale è estremamente fruttuoso: il solo museo del Louvre (20 euro ad ingresso giornaliero) genera fra i 600 milioni e il miliardo di fatturato l’anno. Secondo quanto riferisce uno studio del Centre économique de la Sorbonne di Parigi, anche in questo caso lo Stato versa nelle casse del più grande museo del mondo un centinaio di milioni e il budget di funzionamento si aggira sui 175 milioni. Ma il museo ha incassi stratosferici e si è inventato anche una collaborazione con Abu Dhabi che, nel 2016, ha portato nelle sue casse 400 milioni. Il risultato è positivo sotto il profilo economico, ma anche occupazionale visto che il Louvre, oltre a dar lavoro a più di duemila persone, è capace di generare un indotto che, secondo le stime della Sorbonne, occupa fra le 15mila e le 20 mila persone.

Mutatis mutandis, l’impressione è invece che Roma, pur all’interno di un trend di crescita dei flussi turistici (+3% nel 2017), non riesca a decollare. Forse anche per via del fatto che la struttura museale del Capidoglio vanta competitor importanti, oltre ad avere un’offerta frammentata di più difficile comunicazione e fruizione per un turista che trascorre solo una manciata di giorni nella Capitale. Significativa in tal senso è un’indagine di Zètema sul sistema dei musei in Comune da cui emerge come ancora ci sia molto da fare soprattutto sul fronte comunicazione: “il 17 % del campione intervistato afferma di essere venuto a conoscenza del museo tramite “scuola/università” (era 13 % nel 2016 ) – spiega l’indagine del gennaio 2018 – Il 16 % “passando, per caso” (in lieve discesa dal 19 % dello scorso anno), il 15 % col “passaparola” e il 13 % attraverso la “guida cartacea” (entrambi raggiungevano il 16 % nel 2016 ). Invece la percentuale complessiva relativa al canale web resta pressoché invariata, passando dal 18 al 17 per cento.” In compenso, in bilancio, Zetema evidenzia come qualcosa sullo sfondo qualcosa si stia muovendo. “Complessivamente il Sistema Musei ha chiuso con un dato positivo sugli incassi di biglietteria (+8,37%); per quanto riguarda i visitatori, si è verificato un significativo aumento complessivo (+19,34%): non solo i gratuiti (+13,96%) ma anche i paganti (+24,68%).

Gli incassi totali tra biglietterie, librerie e caffetterie sono aumentati di un rilevante 19,49%” si legge nel resoconto 2017 della partecipata. I turisti nazionali e stranieri stanno quindi maggiormente apprezzando i musei della Capitale? La risposta è solo in parte questa visto che “tra i fattori che hanno contribuito a questo notevole incremento – dell’area museale – vi sono i due grandi eventi espositivi “Artemisia Gentileschi e il suo tempo” inaugurata al Museo di Roma a fine 2016 e proseguita fino al 7 maggio 2017, e “Hokusai. Sulle orme del Maestro” negli spazi espositivi del Museo dell’Ara Pacis, inaugurata il 12 ottobre 2017 e proseguita fino a gennaio di quest’anno, con una significativa incidenza di visitatori nell’ultima parte del 2017 – spiega il bilancio di Zètema -. Hanno avuto grandissimo riscontro di pubblico anche le attività di animazione ospitate ogni sabato e domenica dal Sistema Musei Civici nell’ambito di “Nel week end l’arte si anima”, dal 4 febbraio al 23 dicembre 2017. Un altro evento di grande richiamo a cui sono attribuibili i risultati 2017 del Sistema è stata la riapertura del secondo e terzo piano del Museo di Roma – Palazzo Braschi”. Segno, insomma, che la strada da percorrere per la valorizzazione del sistema museale della Capitale è ancora lunga.

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