Atac, oltre 300 autisti in pensione con Quota 100

Il settore più in sofferenza è quello della metropolitana

Con Quota 100 tra i 300 e i 350 dipendenti potrebbero lasciare la municipalizzata dei trasporti entro fine anno. Quasi il doppio di quanto era stato calcolato a inizio anno (meno di 200, la prima stima), col rischio che soprattutto sulla metropolitana, sulle linee A e B, diversi turni rimangano sguarniti, considerato che già oggi la coperta dei macchinisti è cortissima. Lo scrive Il Messaggero.

Quasi 150 lavoratori hanno già fatto richiesta all’ufficio Personale. “Per la società di via Prenestina non è un impaccio da poco – scrive il quotidiano romano – Perché a differenza di tante altre pubbliche amministrazioni, dove comunque la riforma delle pensioni produrrà più di un disagio, il contratto degli autoferrotranvieri non prevede praticamente alcun preavviso al datore di lavoro. Basta spedire la lettera di dimissioni il mese prima, per quello successivo”.

Il settore più in sofferenza è quello della metropolitana, fatta salva la linea C, che viaggia con i moderni treni driverless, insomma senza conducente. Già oggi le metro A e B sono a corto di macchinisti e l’impatto di Quota 100 rischia di svuotare ulteriormente la pattuglia dei conducenti. “Rimpiazzarli, poi, non è operazione facile – prosegue il quotidiano –  A differenza di quanto avviene per gli autisti dei bus, per abilitare il macchinista di un treno passeggeri serve un anno, almeno. La trafila è lunga: chi si candida deve passare 5mila chilometri in cabina di guida con un collega esperto, tocca superare un esame spacchettato in tre prove (scritta, orale e pratica), da ultimo si ottiene il patentino di abilitazione, il tutto sotto la supervisione del Ministero dei Trasporti. Un percorso che non si può chiudere nello spazio di qualche settimana”.

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