Covid 19: aiuti alle aziende, risparmiatori dimenticati

Il governo con il decreto ‘’cura Italia’’ si dimostra vicino ai lavoratori, ma dovrebbe anche sospendere una Borsa in preda al panico.

 

Questa crisi non deve creare nuove disuguaglianze e far crescere rabbia e risentimento nelle persone, deve accrescere non ridurre la coesione sociale.

Bisogna tutelare ogni persona a rischio, sia i garantiti, sia gli esclusi. Questo significa: fare a un tempo cose diverse: salvaguardare i posti di lavoro, ogni volta che sia possibile; assistere chi perde l’occupazione; attenuare gli effetti che derivano dal temporaneo cambio di vita.

Il governo sembra accogliere l’ appello del ‘’Forum diseguaglianze diversità’’ varando la ‘’cura Italia’’ con 25 miliardi per aziende e famiglie, che attiveranno flussi per 350 miliardi. 

Tuttavia dopo l’ adozione di queste ponderose misure, la Borsa Italiana si limitava solo a ridurre l’ampiezza dell’ennesimo crollo del listino. Dopo che il divieto delle vendite allo scoperto, della scorsa settimana, non aveva  avuto alcun effetto.

Ormai da una quindicina di giorni vengono falcidiati miliardi di risparmi sulle Borse di tutto il mondo. E con il panico che si allarga a macchia d’olio, si comincia ad intravedere la necessità, se non l’urgenza, della chiusura dei mercati, che DEVE però avvenire a livello mondiale.

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha parlato in conferenza stampa sottolineando  “la vicinanza agli italiani che stanno facendo enormi sacrifici per il bene comune”.

Ma sulla crisi dei mercati azionari e sul dramma di tanti risparmiatori coinvolti non si è espresso.

Se le misure di sostegno e spinta sono una concreta dimostrazione della presenza dello Stato nell’emergenza coronavirus, come ha rivendicato Conte, com’è possibile che abbia dimenticato gli investimenti in Borsa (ed ora le perdite che a cascata impoveriscono la nazione)?

Ai risparmiatori è stato soltanto consentito di avere più tempo per chiedere il risarcimento alle banche che avevano venduto impropriamente obbligazioni rischiose.

E un’eventuale retorica sul libero mercato non può certo reggere di fronte alla tempesta devastante che ha travolto tutte le Borse in queste giornate.

Mentre le grandi aziende quotate che chiudono gli impianti o rivedono in forte ribasso i budget previsionali, offrono ogni giorno nuove opportunità per la speculazione ribassista. Così tutti gli investitori perdono, tranne i grandi speculatori che si arricchiscono. Alla faccia della lotta alle diseguaglianze!

Come ha dichiarato l’ad di Borsa Italiana, Raffaele Jesurum, la  chiusura dei mercati è possibile solo in senso aggregato, ossia a livello mondiale e con la l’approvazione di tutti i governi uniti.

Perché allora Conte, che ci tiene tanto ad esportare  il “modello italiano”, non compie  per primo il passo decisivo chiedendo la sospensione dei mercati finanziari, finché non finirà l’emergenza sanitaria Covid 19 che ricade in modo deflagrante sull’economia e la finanza?

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