Zingaretti, al Sud andrà il 34% del Recovery fund

E sui miliardi in arrivo chiede di "concentrarci su pochi cantieri strategici".

“Azzerare il divario tra Nord e Sud è prioritario per il Pd”, precisa subito in una intervista a “Il Mattino” il segretario nazionale del Partito democratico Nicola Zingaretti che, pure, non nasconde che negli ultimi anni ci siano state sperequazioni con la spesa storica e spinte nordiste anche nel partito. E sui miliardi in arrivo per il Recovery Fund chiede di “concentrarci su pochi cantieri strategici”.

E più che il Ponte sullo Stretto mette tra le aree industriali: “La riconversione dell’ex Ilva di Taranto e Pomigliano, che può diventare uno dei più grandi poli europei della mobilità elettrica”. “Il Mattino” da anni sta portando avanti, numeri alla mano, una campagna che dimostra come negli ultimi venti anni la spesa pubblica italiana abbia penalizzato il Sud.

“Abbiamo la grande occasione di disinnescare finalmente un lunghissimo conflitto tra Nord e Sud del Paese che ha fatto male a tutti. Esiste una grande questione Italia che oggi, grazie al Recovery Fund e alle altre importanti risorse europee, possiamo affrontare con un progetto unitario, coerente con i processi di riorganizzazione dell’Europa post Covid e adeguato ai grandi cambiamenti dell’economia globale. Azzerare il divario tra Nord e Sud, tra zone ad alto tasso di sviluppo e servizi e le tante periferie geografiche o sociali, è interesse nazionale prioritario”.

“Ed è una missione – aggiunge il segretario – di cui il Pd si fa garante in Italia e nel governo. Una missione che conviene a tutti, anche a chi vive o fa impresa a Nord”. Tra le linee guida del governo Conte 2 sono espliciti i riferimenti ai ‘livelli essenziali delle prestazioni’ e al ‘fondo di perequazione’ per ‘garantire a tutti la medesima qualità dei servizi’.

Eppure, dati alla mano, continua la sperequazione tra le due parti del Paese anche con la distribuzione dei fondi dei decreti Covid. “L’emergenza Covid non è stata una livella: ha colpito in maniera differente il Paese, aumentato disparità e tolto il velo sugli insopportabili squilibri che esistono in Italia. Pensiamo solo a che cosa ha significato per tantissimi ragazzi del Sud non aver avuto la possibilità di dare continuità ai processi formativi, in mancanza di connessioni digitali. Ora quindi il nostro sforzo deve essere orientato in primo luogo a innalzare la qualità dei servizi essenziali in quelle parti del Paese dove essi sono più carenti. Scuola, asili nido, infrastrutture materiali e digitali, sanità. Questi sono i grandi pilastri su cui ricostruire un Paese più giusto dopo l’emergenza”.

“Ecco perché credo – osserva il segretario – che anche la battaglia per accedere ai fondi del Mes sia fondamentale, soprattutto per il Sud: proprio la pandemia ha mostrato che servono investimenti adeguati sulle strutture e sulle tecnologie della sanità, con l’obiettivo di garantire in ogni territorio del Paese, a tutti, cure e assistenza di qualità”. Per il Recovery Fund si prevede un maxi stanziamento di circa 209 miliardi. Ma l’elenco delle spese stilato è lunghissimo. Anche il Ponte sullo Stretto di Messina. “L’Italia sarà il principale beneficiario delle nuove risorse europee, con 209 miliardi di euro. Una vittoria dell’Italia e del Pd, dato che nostri rappresentanti come il commissario europeo Gentiloni e i ministri Gualtieri e Amendola hanno dato un contribuito determinante per ottenere in Europa strumenti impensabili fino a poco tempo fa, come il Recovery Fund, il Sure, il nuovo Mes senza condizionalità. Ora abbiamo un’occasione storica per modernizzare il Paese e affrontare i problemi strutturali che hanno limitato per anni le nostre potenzialità”.

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