Articolo tratto da Il Messaggero
di Francesco Pacifico
Tirano un sospiro di sollievo titolari di bar e ristoranti: per un altro anno, fino al 31 dicembre del 2024, il Parlamento ha salvato dehors e pedane autorizzati in via straordinaria durante la pandemia. Soltanto a Roma sono almeno 3mila postazioni. Sergio Paolantoni leader della Fipe Confcommercio capitolina – parla di «una boccata d’ossigeno per tutto il comparto». Mastica amaro il Campidoglio, che rischia un nuovo stop alla lotta ai tavolini selvaggi in Centro come nelle zone semiperiferiche e vede congelato il nuovo regolamento – doveva andare nelle prossime settimane in giunta – per ridurre le postazioni esistenti. Ieri, la commissione Industria del Senato ha dato il via libera a un emendamento al ddl concorrenza che proroga fino a dicembre 2024 il regime semplificatorio per dehors e tavolini all’aperto. In poche parole, da un lato permette agli esercenti di chiedere l’autorizzazione per installare pedane e tavolini presentando una domanda al Municipio di appartenenza senza attendere il via libera della Sovrintendenza nella zona Unesco; dall’altro, consentirà ai locali di mantenere gli attuali dehors senza doverli smontare.
Il sottosegretario alle Imprese e al Made in Italy, Massimo Bitonci, ha dichiarato: «Bene l’approvazione. Le concessioni per le occupazioni di suolo pubblico sono state provvidenziali per incrementare i guadagni durante il periodo pandemico e continuano ad esserlo per i nostri esercenti di bar e ristoranti. La proroga è un importante segnale di supporto ai tanti esercizi commerciali».
Tornando all’emendamento – primo firmatario il senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo – si concede un altro anno ai gestori di bar e ristoranti per mantenere le postazioni autorizzate con il Covid. In più, per lo stesso periodo – cioè per tutto il 2024 – i locali potranno anche non pagare il canone di occupazione per le aree pubbliche.
Bitonci ha spiegato che senza la proroga «i tanti esercenti che hanno investito nell’allestimento di tali strutture dovrebbero rinunciarvi di colpo nelle more del rilascio delle autorizzazioni». Secondo il senatore De Priamo, «questo provvedimento vuole consentire di mantenere in vita un modello di consumazione ai tavoli all’aperto che, complice anche la situazione climatica, si è ormai stabilizzato nelle abitudini dei fruitori di queste attività». Per poi aggiungere: «FdI sta contestualmente lavorando per un disegno di legge che renda questa esperienza stabile e non più emergenziale, fermo restando il rispetto delle norme di sicurezza e del codice della strada e il contrasto di ogni forma di abusivismo».
La norma non va letta, però, come un salvacondotto per i tavolini abusivi, almeno il 15 per cento del totale. Claudio Pica, presidente della Fiepet-Confesercenti Roma, consiglia alle amministrazioni, «tra cui Roma Capitale, di sfruttare il tempo a disposizione per emanare nuovi regolamenti in materia, norme funzionali alla città, agli operatori e alle esigenze del turismo». Non è di questo avviso il Campidoglio. Lorenza Bonaccorsi, presidente del I Municipio, tuona: «Si rimandano le scelte, senza affrontare i problemi e senza tenere in minima considerazione le esigenze dei territori maggiormente colpiti come il centro storico di Roma». In quest’ottica rischia uno stop il nuovo regolamento sulle occupazioni di suolo pubblico scritto dall’assessore al Commercio, Monica Lucarelli, che vuole ridurre le postazioni in Centro e nelle zone periferiche e vietare l’installazione di dehors e padane nelle aree di pregio e nelle vie della grande viabilità (qui è permessa soltanto la presenza dei tavolini). Critici anche i comitati di quartiere. Simonetta Marcellini, presidente di Emergenza Trastevere, si chiede «come si possa dare una proroga al Farwest. Il 18 novembre, con tutta la Rete delle associazioni per una città vivibile, faremo un manifestazione a piazza Mastai per far cambiare idea al governo».