L’Arpa Lazio nei giorni immediatamente successivi all’incendio dell’impianto di Malagrotta non ha rilevato significativi peggioramenti della qualità dell’aria. Lo ha spiegato il dg dell’Arpa Lazio Tommaso Aureli in audizione in commissione parlamentare Ecomafie sul rogo di Malagrotta del 24 dicembre.
“Il 24 siamo stati allertati dai vigili del fuoco. La nostra squadra si è recata sul posto e ha posizionato due campionatori per la qualità dell’aria per cercare microinquinanti e diossine. Sin dal giorno dopo siamo usciti con un bollettino sulle polveri sottili: in nessuna delle centraline fisse i valori del Pm10 hanno subito variazioni, non ci sono stati impatti su questo parametro e non hanno superato il limite giornaliero stabilito.
Rispetto ai dati delle diossine non c’è stata una variazione sostanziale forse perché l’incendio è durato poco, è stato spento in 18 ore”.
Analoghi i risultati per gli Ipa e i Pcb, altri inquinanti, ha detto poi il dirigente. “L’incendio della Ciampino Ecologica 2000, che durò 5 giorni – ha portato a esempio Aureli – ha dato valori sin dal primo giorno più elevati rispetto a Malagrotta. Se l’incendio ha caratteristiche di produrre diossine, dunque è misurabile”.
In merito agli effetti dell’incendio, l’assessora capitolina all’Ambiente, Sabrina Alfonsi, ha spiegato che “subito dopo l’incendio di Malagrotta, grazie a un accordo siglato tra Ama e le organizzazioni sindacali, è stato predisposto il potenziamento delle capacità di trattamento degli impianti di Ponte Malnome e Via dei Romagnoli e l’impiego del personale aggiuntivo che operava a Malagrotta, oltre alla disponibilità degli impianti accordata da altre regioni come l’Emilia Romagna”. Questo, secondo Alfonsi, ha scongiurato una nuova crisi nella raccolta dei rifiuti.