Sulla carta non dovrebbero pagare, di fatto i Municipi stanno inviando agli operatori dei mercati rionali in Ags (Associazioni Gestione Servizi Mercati) i bollettini di pagamento di quella parte del canone di locazione dovuta al Comune. Peccato che a luglio scorso è stato stanziato dalla precedente amministrazione un milione di euro per evitare che accadesse quello che invece sta accadendo.
’’Dov’è finito quel milione?’’ si chiede e chiede Valter Papetti, presidente di FivaConfcommercio Roma, intervistato da ‘’Il Tempo’’- e soprattutto perché i Municipi ci stanno chiedendo di pagare? Noi operatori non abbiamo alcuna intenzione di farlo, siamo ancora in piena crisi e quei soldi erano stati messi per darci una mano a superare questo momento».
Si tratta di una cinquantina di strutture romane (mercati in Ags, appunto), che si gestiscono i soldi per la manutenzione ordinaria del mercato e di contro versano al Comune un canone di occupazione di suolo pubblico che mediamente si aggira sui 10-15 mila euro l’anno.
Soldi che non hanno pagato lo scorso anno in piena pandemia e che avevano chiesto di non pagare anche per l’anno 2021 vista l’emergenza ancora in atto e tutte le difficoltà di lavorare a pieno ritmo come una volta. Per questo la precedente giunta a luglio aveva stanziato un milione di euro di cui però ora, sostiene Papetti, non vi sarebbe traccia. Fatto sta che, puntuali come orologi svizzeri, i Municipi chiedono oggi conto di quel 10 per cento di canone non versato nel 2020,
«Nessuno ha intenzione di pagare – contìnuaPapetti – ma così saremo comunque morosi e questo non va bene, la situazione va risolta e per questo chiediamo un intervento immediato del Campidoglio che vada nella direzione di una nuova sospensione di questi canoni».
Intanto il sindaco Gualtieri ha rinnovato l’ordinanza sulla nuova disciplina oraria di apertura e chiusura dei mercati. Un’ordinanza bollata come «inutile» dalle associazioni di categoria perché in realtà concede la possibilità per gli operatori di restare aperti oltre i normali orari di mercato, ma di fatto soltanto una minima percentuale di loro ne usufruisce,
«Intendiamoci – chiarisce ancora Papetti – a noi questo provvedimento non toglie nulla, ma di fatto nessuno sta aperto la sera fino alle 22 nei giorni feriali e alle 23 nei festivi, neanche per esempio a Testaccio dove sono numerosi i banchi alimentari. Sono ben altre le cose che servirebbero a noi operatori, questo sembra più un provvedimento di facciata».