Pnrr. i Comuni chiedono meno burocrazia per concludere le opere

"In Italia ci sono 197mila progetti del Pnrr finanziati con 105 miliardi e 700 milioni. Dei 40 miliardi destinati ai Comuni, sono stati assegnati 36,3 miliardi, il 91 per cento delle risorse"

photo credit: Anci

Meno burocrazia per portare a compimento le opere finanziate con i fondi del del Piano nazionale di ripresa e resilienza. A chiederlo  – durante l’evento che si è tenuto ieri al centro congressi “La Nuvola” di Roma – sono i Comuni, che tra gli enti locali rappresentano quelli con la più alta capacità di impegnare, e quindi di spendere, le risorse. D’altro lato, le grandi aziende del Paese chiedono di rafforzare le collaborazioni pubblico-privato con gli enti locali e ai sindaci di rendere più brevi i tempi di rilascio di autorizzazioni e permessi. L’incontro era la prima delle due giornate di confronto organizzata dall’Anci dal titolo “Missione Italia 2021-2026 Pnrr dei Comuni e delle città”.

La capacità di spesa dei Comuni, delle risorse del Pnrr, al momento è al 91 per cento a fronte di un 46 per cento di altre realtà. “In Italia ci sono 197mila progetti del Pnrr finanziati con 105 miliardi e 700 milioni. Dei 40 miliardi destinati ai Comuni, sono stati assegnati 36,3 miliardi, il 91 per cento delle risorse. Agli altri soggetti sono stati assegnati 69,4 miliardi, una cifra maggiore, ma la percentuale sul totale delle risorse destinate ad altre realtà, è il 46 per cento.

I Comuni hanno ottenuto il doppio in percentuale di tutte le altre risorse destinate ad aziende di Stato e altre realtà”, ha detto il presidente dell’Anci, Antonio Decaro. Tuttavia i Comuni “chiedono una conferenza dei servizi a 30 giorni per tutte le opere pubbliche. Ci chiediamo perché è possibile usare una procedura semplificata per scuole e nidi, costruiti con i fondi del Pnrr, ma non per rigenerare un parco o un’area urbana degradata che non passa per le risorse del Pnrr”, ha aggiunto Decaro. Dall’altro lato, anche le imprese chiedono agli enti locali tempi più brevi. Il piano 5G del Pnrr, a cui sta lavorando Inwit, ad esempio, punta a portare la connettività in 1.200 aree del Paese. Però “Inwit per un nuovo sito impiega 8-9 mesi: 2 mesi servono per l’effettiva realizzazione della torre mentre gli altri 6-7 mesi se ne vanno per ricerca dei luoghi e permessistica. Nel piano Pnrr abbiamo registrato il 50 per cento di dinieghi a posizionare torri in nuovi siti”, ha spiegato Diego Galli, direttore generale di Inwit. Tra tutti i progetti comunali del Pnrr, in campo a oggi, il 54 per cento viene dal Sud Italia e ai Comuni del Sud sono destinate il 44,6 per cento delle risorse complessivamente destinate a tutti i Comuni italiani. Un dato in cui Roma, Capitale del Paese, si inserisce con un piano da 279 progetti per oltre un miliardo gestiti in modo diretto e a cui si aggiungono quelli che avranno ricadute sulla città ma sono gestiti da altri enti. “Abbiamo 279 progetti di cui siamo soggetto attuatore diretto per 1 miliardo e 150 milioni a cui si aggiungono 250 milioni in co-finanziamento. Ma poi abbiamo tante altre risorse, di cui non siamo soggetto attuatore, ma che avranno ricadute in città”, ha spiegato il sindaco Roberto Gualtieri.

Sostegno alle istanze dei Comuni è stato espresso dai ministri intervenuti oggi nei numerosi tavoli di confronto. “Abbiamo tante potenzialità nei sindaci, abbiamo un riferimento certo, si deve rafforzare questo ruolo in una architettura di Stato che finora, invece, disincentivava questo ruolo attuando tagli”, ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Poi, dal ministro, è arrivato un appello alla revisione dell’abuso d’ufficio: “I sindaci non possono essere spaventati nell’esercizio delle loro funzioni. Non faccio il ministro della Giustizia ma ho fatto l’amministratore locale e ritengo che l’abuso di ufficio debba essere rivisto: il 93 per cento dei processi per abuso di ufficio finisce nel nulla”. Tra i presenti anche il ministro del Lavoro, Marina Calderone, e il ministro della pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo. Uno dei nodi da sciogliere, in tempi brevi, per favorire lo sviluppo del Pnrr, infatti, riguarda il personale. “Tra i problemi del Pnrr c’è il tema dei prezzi, i rincari vanno dal 15 al 30 per cento in più, e il governo deve sostenerli. E c’è il tema del personale. Assumere a tempo determinato non aiuta. Il personale non è sufficiente, abbiamo vincitori di concorso che scelgono di andare altrove dove hanno retribuzioni più solide ma per ora ce la stiamo facendo, le gare sono state fatte e nessuna è andata deserta”, ha detto il sindaco di Roma Gualtieri.

Sul punto dal dicastero della Pubblica amministrazione, Zangrillo ha replicato: “Per quanto riguarda le assunzioni di personale per il Pnrr abbiamo ereditato una situazione complicata ma abbiamo lavorato molto in questi mesi per rendere le procedure concorsuali semplificate, le abbiamo digitalizzate, dal primo gennaio le procedure concorsuali della Pa vengono gestite dal nostro portale e il mandato è obbligatorio per tutte le amministrazioni. Abbiamo lavorato per accorciare i tempi di inserimento, erano tempi biblici, di più di due anni, e ora invece avvengono entro sei mesi. Sono strumenti che nel tempo renderanno la pubblica amministrazione sempre più attrattiva, capace di rispondere alle necessità di un giovane che esce dall’università o da un istituto tecnico”. Sul tema dei costi dell’energia, e delle materie prime, invece, rassicurazioni sono arrivate dal ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. “Abbiamo superato l’82 per cento degli stoccaggi, abbiamo una situazione di discreta tranquillità per il prossimo autunno-inverno – ha detto -. Se il prezzo del gas si mantiene sui valori attuali, si può pensare di superare la fase a carbone. Vuol dire portare al minimo i motori con la speranza che ci sia più certezza per il futuro. Siamo in un momento storico in cui il quadro geopolitico non è ancora fermo. È in corso una guerra e quindi i movimenti e le oscillazioni potrebbero esserci”.

Allo stesso tempo, secondo le grandi aziende del Paese, è necessario accelerare sulla collaborazione pubblico-privato per favorire l’infrastrutturazione del Paese e di conseguenza la capacità dell’Italia di gestire eventuali criticità e carenze energetiche. L’appello è stato unanime. “Il dialogo tra pubblico e privato per l’innovazione e la digitalizzazione del Paese deve andare avanti e in modo sempre più serrato”, ha detto Nicola Monti, amministratore delegato di Edison. “Solo attraverso le infrastrutture siamo in grado di garantire diversificazione e sicurezza nei flussi energetici nel Paese al fine di evitare crisi dei prezzi come si sono visti negli ultimi mesi. Dall’altro lato, lo sviluppo delle tecnologie per la transizione richiede a sua volta nuove tecnologie”, ha sottolineato Stefano Venier, amministratore delegato di Snam.

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