A Roma sarà istituito un tavolo di coordinamento amministrativo per le imprese del settore alberghiero. Lo ha annunciato il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, nel corso del suo intervento all’Albergatore day che si è svolto ieri negli spazi congressuali del Parco dei Principi.
“Il turismo a Roma, da aprile – ha detto Gualtieri – ha generato l’8,7 per cento del Pil turistico nazionale e un reddito di 7,6 miliardi, più del doppio del valore di quello di Milano. Un comparto strategico dell’economia cittadina e nazionale. Il nostro impegno a sostenerlo è pieno e totale. Sappiamo che abbiamo tantissimo da fare e nelle prossime settimane, per questo, istituiremo un tavolo di coordinamento amministrativo per offrire all’imprenditore alberghiero di confrontarsi davvero con un unico interlocutore per affrontare, approfondire, e risolvere tanti temi necessari per investire e operare al meglio a Roma”. Secondo le rilevazioni finali dell’Ente bilaterale turismo del Lazio (Ebtl) nel 2022 gli arrivi complessivi negli esercizi alberghieri e nelle Rta (Residence) di Roma Capitale sono stati 9.666.238 con un incremento di +245,22 per cento sul 2021 (ed un recupero del 74,15 per cento sul 2019, anno precedente alla pandemia).
“Il 2022 è stato segnato da una consistente ripresa dei flussi, trainati dai grandi eventi succedutisi in città, ma non è stata purtroppo sufficiente a portare l’equilibrio finanziario alle nostre aziende, ancora fortemente esposte con il sistema creditizio a causa della pandemia”, ha detto il presidente di Federalberghi Roma, Giuseppe Roscioli.
“La mancanza di visitatori dei primi tre mesi, l’aumento esponenziale dei costi di energia, materie prime e servizi, la perdurante chiusura di una larga fetta di mercati, hanno fatto sì che rispetto al 2019 i dati di fatturato (che avevano registrato nel 2020 un -82,25 per cento e nel 2021 un -75 per cento) dopo un primo semestre 2022 al -40,23 per cento si siano chiusi per il terzo anno di seguito in passivo in termini di redditività. Il 2023 risulterà quindi per molti versi decisivo”, ha aggiunto.
Le presenze complessive sono state 21.552.631 con una crescita del +291,47 per cento (e un recupero del 70,24 per sul 2019). La domanda interna e quella estera hanno avuto andamenti differenziati. Gli arrivi di italiani sono stati 3.844.876 con +110,15 per cento sul 2021 (e un recupero dell’81,94 per cento sul 2019). Le presenze sono state 7.243.401 con +115,66 per cento sul 2021 (recupero del 79,97 per cento sul 2019). La domanda straniera ha ricominciato a crescere a ritmi più veloci di quella italiana. Gli arrivi di stranieri sono stati 5.821.362 con +499,83 per cento sul 2021 (con un recupero del 69,77 per cento rispetto al 2019). Le presenze sono state 14.309.230 con +566,52 per cento sul 2021 (con un recupero del 66,17 per cento sul 2019). Dall’analisi dei macro-segmenti geografici si evince che gli arrivi dall’Europa sono stati 2.780.347 unità (+381,32 per cento) e le presenze 7.279.061 unità (+422,34 per cento). La domanda proveniente dal Nord America ha registrato 1.656.739 arrivi (+746,11 per cento) e 3.845.263 presenze (+825,48 per cento). La domanda proveniente dal Centro Sud America ha registrato 394.483 arrivi (+1216,13 per cento) e 971.116 presenze (+1.518,47 per cento). La domanda proveniente dal Sud Est Asiatico ha registrato 540.742 arrivi (+997,91 per cento) e 1.172.169 presenze (+1.255,06 per cento).
Aggiungendo ai dati degli esercizi alberghieri quelli degli esercizi ricettivi complementari (B&b, case vacanze eccetera) di Roma Capitale, pari a 5.552.497 arrivi (+105,28 per cento sul 2021) e 13.184.758 presenze (+104,08 per cento sul 2021), il bilancio complessivo della domanda turistica nell’anno 2022 chiude con 15.218.735 arrivi (+176,46 per cento) e 34.737.389 presenze (+190,30 per cento). Ciò significa che rispetto al 2019 Roma Capitale ha complessivamente recuperato il 78,23 per cento negli arrivi e il 74,64 per cento nelle presenze, con un percorso virtuoso che supera l’andamento stimato dall’Unwto in un recupero medio mondiale del 63 per cento sul 2019 ed in linea con quanto stimato dallo stesso organo per l’Europa, il cui recupero sul 2019 è al momento stimato nel 79 per cento circa.