Atac, Esposito:dov’erano Rosso e le proteste durante Parentopoli?

A Radiocolonna l'assessore risponde alle accuse di Christian Rosso

Sole, spiagge da sogno ma il pensiero sempre rivolto al trasporto pubblico locale di Roma. Nella splendida cornice sarda di San Teodoro il neo Assessore ai Trasporti capitolini, Stefano Esposito, si appresta a concludere la settimana di ferie e concede a Radiocolonna un’intervista esclusiva. Da lunedì si torna nell’arena del tpl romano, una disfida che ripartirà proprio il 24 agosto con la richiesta a Micheli – direttore generale ATAC – di una lista di dirigenti da controllare e, in caso, sfoltire.

Secondo l’assessore i “novelli moralizzatori che fanno demagogia” non hanno contezza della situazione aziendale di ATAC. Una crisi profonda, progressiva, culminata con le assunzioni dirette perpetrate durante l’amministrazione di centrodestra. “Dov’erano Christian Rosso e i sindacati, che oggi si lamentano, quando Alemanno assumeva senza concorso mille persone?” è il dubbio che tormenta l’assessore e senatore PD. Nel mirino ci sono tutti quei sindacati di base che in questi mesi stanno osteggiando il recente accordo aziendale. Ma anche l’autista romano – sospeso dopo il video in cui denunciava i disagi che vivono quotidianamente gli autisti ATAC – che in un nuovo filmato critica l’accordo “che ci fa perdere 20 euro in caso di malattia”. “Dipendenti delle prefetture, metalmeccanici e tante altre categorie hanno la riduzione per malattia – prosegue Esposito – in ATAC credono ancora di essere dei privilegiati”. Il suo punto di riferimento è Torino dove i dipendenti del tpl lavorano 1400 ore l’anno, “tema oggetto di discussione con il sindaco Fassino qualche giorno fa”. L’assessore è convinto che Christian Rosso stia invitando ad abbandonare i sindacati confederali per farli approdare nella piattaforma Cambia-Menti di Micaela Quintavalle, vicina al M5S.

“Non accetto moralisti e verginelli – continua Esposito – quelli che negli anni hanno accettato scambi e clientele e che oggi contrastano il risanamento di un’azienda in crisi”. Il senatore è un fiume in piena, soprattutto sul modo in cui sono stati trattati i cittadini di Roma, “che hanno versato nelle tasche di ATAC 178 milioni di euro e 50 per riparare i mezzi. Ogni giorno questi signori dovrebbero alzarsi e ringraziare i romani”. La vera piaga, secondo Esposito, è pensare che la ‘mano pubblica’ – come i 520 milioni di euro in 4 anni per il contratto di servizio – intervenga sempre, “ma non è così, questa è l’ultima volta che si salva ATAC”. E una promessa: “chiamerò personalmente tutti quegli autisti che nei prossimi mesi faranno aspettare i romani alle banchine”. Ipse dixit. (Giacomo Di Stefano)

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