Strage Bruxelles: da Parigi a Roma, l'Europa è in allarme

Almeno venti morti, e intanto le capitali europee alzano al massimo la sicurezza

Doppia esplosione nell’ aeroporto di Zaventem, una nella stazione della metropolitana di Maalbeek, vicina alle sedi principiali dell’Unione europea. Il Belgio è ancora sotto attacco e il governo ha oggi alzato l’allarme terrorismo al livello quattro, il massimo. Il bilancio delle vittime, a metà mattina, sarebbe di almeno ventuno morti (di cui undici nello scalo di Zaventem) e decine di feriti.

 

Ma non sarà certo il numero di  morti a rendere più o meno grave quanto sta accadendo in Belgio, e dunque al cuore dell’Europa. Il Paese vive nel terrore: pochi giorni dopo l’arresto di Salah Abdeslam, il ricercato numero uno per gli attentati del 13 novembre a Parigi, Bruxelles rivive l’incubo francese, la Francia torna ad avere paura e così anche gli altri Stati del Vecchio Continente.

 

Il governo belga ha già deciso la chiusura non solo dell’aeroporto di Zaventem ma di tutto il trasporto pubblico e delle principali stazioni ferroviarie, i dipendenti Ue sono stati invitati a non lasciare gli edifici in cui si trovano e, se ancora in casa, a non uscire. E dal momento che l’allerta sicurezza è ormai al livello quattro, lo stesso consiglio è stato dal Crisis Center di Bruxelles a tutti gli abitanti della città.

 

Anche i Paesi vicini, però, hanno già alzato ulteriormente le rispettive misure di sicurezza: Francia, Germania, Olanda ma anche la Gran Bretagna hanno infatti immediatamente potenziato i controlli. Parigi, in particolare, ha anche aumentato i presidi di militari e il numero delle forze di sicurezza sia negli aeroporti, Charles de Gaulle in testa, sia nelle maggiori stazioni ferroviarie di tutto il Paese.

 

“Un attacco contro l’Europa democratica”, lo ha definito il primo ministro svedese Stefan Lofven, mentre il premier inglese David Cameron ha scritto in un tweet che “sono scioccato e preoccupato per gli eventi di Bruxelles. Faremo tutto il possibile per aiutare”, mentre il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha subito condannato “gli attacchi terroristici”. Pronte anche le reazioni delle istituzioni italiane, benché il semplice tweet di Matteo Renzi (“Col cuore e con la mente a Bruxelles, Europa”) abbia già sollevato qualche polemica, perché poco incisivo e troppo generico. Nel pomeriggio, comunque, si riunirà il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato dal ministro dell’Interno Angelino Alfano, per valutare “ulteriori misure di contrasto e prevenzione alla minaccia terroristica”.

 

Ma l’attacco al cuore d’Europa fa parte in realtà di un piano molto più ampio, di una lotta non solo contro l’Occidente ma contro chiunque si opponga all’ideologia dei terroristi. Non dimentichiamo che solo due giorni fa Ankara è stata nuovamente colpita: un’autobomba ha causato decine di morti nel centro della città. E così ovunque si respira lo stesso clima, da Parigi a Roma stessa: facce incredule, scetticismo sulla capacità di riuscire a prevenire simili attentati e poi quella parola “terrore”, ormai sulla bocca di tutti.

 

 

teresa potenza

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