Vademecum al traffico impazzito della Capitale

Manuale di sopravvivenza semiserio contro il logorio del traffico cittadino

Fulvio Fiano per il Corriere Roma

 

Cosa dicono Brad Pitt ed Ed Norton del Fight club? La prima regola è che non ci sono regole. Bene, giù in strada è uguale. Guida semiseria per neopatentati (neoscooteristi, turisti con auto a noleggio) in una normale giornata di traffico romano.

 

Regola numero due: la spina di pesce

Come riadattare le ragioni della natura ai torti umani. Ogni corsia, o spartitraffico, o cassonetto è una potenziale lisca da formare. Non per fendere l’acqua, ma per ostacolare il flusso (dei veicoli). Avvicina la tua auto in diagonale a un qualunque margine stradale, magari in curva. Lasciala lì anche se hai lo spazio per accostare. Ti si noterà di più e potrai sempre dire di essere un biologo marino.

 

Regola numero tre: l’adiacenza

Enunciato: se c’è un’auto parcheggiata in un qualunque punto della città, hai diritto a parcheggiare al suo fianco. Ovunque. Non importa se sia una doppia o tripla fila. Altri si aggiungeranno a te e nessuno ricorderà più dov’era il limite.

 

Regola numero quattro: «Ho visto cose che voi umani…»

Dopo le navi in fiamme al largo dei bastimenti di Orione, niente può più sorprendere il Blade Runner capitolino. Il suv di taglio sul marciapiede, il minivan sulla pedana disabili, la mamma in scooter col figlio piccolo che risale la corrente del traffico schivando i pedoni sul marciapiede…

 

Regola numero cinque: cogli l’attimo

Se il semaforo è arancione e alla fine dell’incrocio che stai attraversando ci sono le auto incolonnate, tu vai, non pensarci. Bloccherai il flusso di veicoli che intersechi, ma vuoi mettere con i secondi guadagnati sul prossimo verde?

 

Regola numero sei: vecchio adagio napoletano

«Dietro un pallone ci sta sempre un guaglione». Se vedi arrivare un pallone in strada frena, perché arriverà il bambino che lo insegue di corsa. Sostituire con: autobus fermo e passeggero che attraversa spuntando all’improvviso dalla sua prua (nei casi più fortunati si annuncia facendo capolino). Frenare in anticipo.

 

Regola numero sette: amici mai

Se sei in difetto ti multano, se invochi il loro intervento non ci sono nel raggio di dieci chilometri. Indovinato chi sono?

 

Regola numero otto: suona che ti passa

La macchina che ti precede è lenta per i tuoi gusti? Tu suona. Quella che svolta non ha la freccia? Tu suona. Quella che ti blocca l’uscita dal parcheggio è abbandonata dal suo conducente comodamente seduto al bar? Suona, suona, suona.

 

Regola numero nove: delle distanze incolmabili

E della protezione estrema. Ossia: se parcheggi a più di dieci metri dalla scuola i tuoi figli subiranno danni incalcolabili per percorrere la distanza a piedi. Vale anche, con meno giustificazioni, se devi fare la puntata che ti risolve la vita al centro scommesse. Proprio lì davanti devi parcheggiare, proprio lì.

 

Regola numero dieci: teorema

Delle linee invisibili o immaginate. D’accordo, a volte (spesso) lo sono davvero. Ma come conciliare la sicurezza di un pedone che conserva la memoria di quando lì, nel suo quartiere, proprio in quel punto, c’erano le strisce pedonali e quella della fretta dell’auto che arriva da lontano senza intravvedere ostacoli o consigli a moderare la velocità?

 

Regola numero undici: fisica disapplicata

Un corpo lanciato nello spazio a due corsie con una velocità “x” sarà prima o poi, ma sempre, costretto a rallentare la sua marcia per un ostacolo che restringerà la sua strada. Un furgone di carico e scarico che non rispetta gli orari di consegna (ci sono?), un’auto affiancata a un cassonetto, un mezzo per lo spazzamento strade mandato in missione nelle ore di punta, un taxi che non perde tempo ad avvicinare lo sportello del passeggero a un luogo di discesa per lui sicuro, un bus che non può accostare per la fermata blindata da altri mezzi (postulato della impenetrabilità dei corpi meccanici).

 

A tutto c’è una risposta

Fa più o meno così: «Daje, che ce passi lo stesso!».

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