Non è stata una intossicazione da metanolo ad uccidere la bambina di nove anni deceduta pochi giorni fa a Roma. Lo precisa in una nota Carlo Locatelli, direttore del Centro Antiveleni – Centro Nazionale di Informazione Tossicologica della Maugeri (IRCCS Pavia), che ha eseguito le analisi sulla bimba.
«Il Centro ha fornito consulenza clinica e analitica per la piccola – spiega -. I dati clinici e i test analitici non hanno consentito di porre diagnosi di intossicazione da metanolo. Accertamenti sono stati disposti dall’Autorità Giudiziaria. L’intossicazione da metanolo, peraltro, avviene per ingestione, e non può essere causata da inalazioni, durante preparazione e/o manipolazione ‘artigianalè di Slime o giochi simili. Il metanolo, inoltre, non è normalmente presente nei prodotti cosmetici e nei prodotti per uso domestico. Secondo il Centro Antiveleni, invece, la produzione a casa di Slime può esporre a rischio di intossicazione da boro quando preparati a base di questo elemento (acido borico) ma si tratta di intossicazioni lievi».
La storia
La bambina si era sentita male a Matera, in Basilicata lo scorso 5 ottobre. Dopo le analisi i medici hanno riscontrato la presenza di metanolo e hanno così deciso di chiedere un trasferimento d’urgenza all’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma, dove la bambina è morta dopo qualche giorno.
La procura di Roma sta indagando per omicidio colposo, ma per ora non ci sono iscritti nel registro degli indagati.