Bike sharing romano, abbiamo un problema

Danno alle bici e colonizzazione delle aree di interesse storico: tutti i problemi della ‘ciclabilità condivisa’ in salsa capitolina

Il bike sharing è il sistema di ciclabilità condivisa che permette di muoversi nelle grandi città del mondo in bici anche senza possederne una. Una prerogativa di quelle realtà urbane che potremmo definire a ‘mobilità evoluta’, ovvero con piste ciclabili e con una cultura cittadina che incentiva l’utilizzo delle due ruote senza motore. In questa categoria non rientra Roma, tra le grandi capitali europee che più faticano ad avere un rapporto felice ed equilibrato con il bike sharing. Parecchi anni fa il Comune di Roma aveva tentato di lanciare addirittura un servizio pubblico di condivisione. Risultato: bici sparite e postazioni danneggiate. Ora la nuova frontiera del bike sharing è la cosiddetta free foating, ossia bici libere per la città che è possibile noleggiare grazie al proprio smartphone. Ma non è tutt’oro quel che luccica, e questa innovazione ha già mostrato di non essere molto compatibile con il ‘modello Roma’.

Questa scena catturata da The Roman Post sulla Casilina lo fa capire senza rendere necessarie ulteriori spiegazioni:

Ma c’è anche un altro problema non indifferente: lo ‘scarico’ delle bici per strada. Le biciclette vengono posizionate (per ora nel Municipio I e II di Roma) in alcuni punti strategici per renderle visibili e più facilmente fruibili. Free floating tuttavia non è sinonimo di colonizzazione di aree di interesse storico e artistico. Queste foto esclusive di Radiocolonna – risalenti all’ora di pranzo di lunedì 19 marzo – testimoniano un vero e proprio insediamento nell’angolo tra Via Labicana e il Colosseo.

Interpellata da Radiocolonna, l’assessora alla Mobilità del Municipio I Anna Vincenzoni ha precisato che il municipio non ha stretto nessun accordo visto che si tratta una prerogativa comunale del Dipartimento Mobilità.

Tempo fa O Bike, contattata da Roma Today, s’era espressa in questi termini:

Un’indicazione che stona con le modalità con cui sono state riversate in massa le bici per strada.

Giusto che il bike sharing privato venga valorizzato e incentivato dal pubblico, meno giusto che occupi troppi spazi a ridosso di monumenti e aree di pregio.

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