Servizi telefonici: occhio alle truffe

3 siti su 4 ingannano i clienti. Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, ci spiega a cosa fare attenzione

Più di tre siti internet su quattro, tra quelli che offrono pacchetti telefonici e servizi di streaming, sono sospettati di violazione delle normative europee a tutela dei consumatori. E’ il risultato di una ricerca realizzata su 207 siti web dalla Commissione europea, stando alla quale 163 hanno adottato pratiche che potrebbero essere oggetto di sanzione.

Gratis, dicono…
Tra i comportamenti sospetti più diffusi, la distribuzione all’interno di pacchetti a pagamento di prodotti definiti ‘gratis’, la mancanza di adeguati strumenti di risposta alle contestazioni dei clienti e il fatto che molti di questi siti possono unilateralmente modificare i termini contrattuali senza informare il consumatore.

“Gli utenti – sottolinea Vera Jourova, commissaria per la tutela dei consumatori – fanno uso quotidianamente dei loro abbonamenti online e dovrebbero potersi fidare di questi servizi”. La Commissione ha recentemente proposto una normativa più stringente contro queste pratiche, offrendo maggiori strumenti alle autorità di controllo nazionali.

Ecco alcuni costi nella bolletta del telefono che non ti aspetti

La telefonia si conferma regina incontrastata dei reclami. “Avete una minima idea di quanti costi sono nascosti nella nostra bolletta del telefono? Questi importi, dei quali spesso neanche ci accorgiamo, fanno lievitare la fattura mese dopo mese”, ci spiega Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“Conoscete ogni singola voce della vostra bolletta? Date un’occhiata a questi addebiti e ne scoprirete delle belle! ChiamaOra”, “Ti ho cercato”, “Chiamami”: sono i servizi che avvisano l’utente nei casi in cui non è stato possibile contattarlo. Il problema è che non tutti sanno che sono servizi a pagamento! Nello specifico: Vodafone richiederebbe € 0,12 al giorno (ma solo quando utilizzato), Wind € 0,19 a settimana, Tre € 1,50 euro al mese e Tim € 1,90 al bimestre”.

1) L’ascolto dei messaggi in segreteria ha un costo, ma non è comunicato adeguatamente ai consumatori. Tre, ad esempio, fa pagare € 0,20 a chiamata indipendentemente dalla durata della chiamata o dall’ascolto dei messaggi.

2) I piani tariffari base quanto costano? Tim, Vodafone e Wind pretenderebbero circa € 0,50 centesimi a settimana.

3) I “costi di incasso” o “altri costi”: sembrerebbe che tutti gli operatori addebitino a carico degli utenti, indipendentemente dalla modalità di pagamento prescelta, i costi di incasso. Non è dato sapere a quali servizi siano imputati tali costi che, tuttavia, si trovano puntualmente fatturati nelle bollette. Ad esempio, Fastweb prevede il pagamento di € 1,81 sotto la voce “altri costi”, sebbene non specifica, neanche in via generica, a cosa sarebbe imputabile tale somma.

4) Il “tutto incluso” non è sempre reale… alcuni operatori non informerebbero i propri clienti dell’addebito di costi aggiuntivi per chiamate da linea fissa sebbene il contratto di abbonamento preveda la formula “tutto incluso”. Ci risulta ad esempio che Tim richieda il pagamento a consumo di chiamate verso altri operatori (per il momento è stato accertato nei confronti di Fastweb) nonostante il contratto con l’utente preveda che fossero incluse.

5) Il pagamento della chiamata per conoscere il credito residuo. Vodafone prevede un costo pari a € 0,40 per ogni telefonata al numero 414. Il servizio antivirus a pagamento: Vodafone ha introdotto un servizio antivirus denominato Rete sicura: questo, inserito di default all’attivazione della sim, è gratis per i primi 3 rinnovi, poi costa € 1 ogni 4 settimane.

6) L’addebito di penali in caso di recesso da un contratto di abbonamento. Facciamo una premessa: se il recesso avviene prima della scadenza del termine minimo di durata del contratto, ma è giustificato dalla non accettazione delle variazioni contrattuali proposte dal gestore, nulla è dovuto dall’utente. Sembrerebbe invece che con Tim, l’attivazione di Tim Special Medium è 5 euro in promozione (da 44 di listino per addebito su carta di credito), ma se si passa ad altro operatore prima di 24 mesi la penale prevista è di 39 euro. Discorso analogo con Wind che prevede una penale di 16 euro per il recesso prima di 24 mesi e con Tre, che richiede 49 euro se si disdice il vincolo di All-In Prime Special anticipatamente. Mentre Vodafone, se la promozione Vodafone Smart viene abbandonata prima di aver ricaricato il conto almeno di 180 euro, richiede come penale 26 euro.

7) L’addebito di costi di attivazione delle sim nei punti vendita. Tutti gli operatori richiederebbero agli utenti che intendono attivare una sim nei punti vendita, oltre che il costo della scheda (in genere 5 euro), un ulteriore costo una tantum per la sua l’attivazione (prezzo che varia dai 3 ai 5 euro indebitamente richiesto ai consumatori, considerato che l’attivazione sul portale online del gestore è gratuita).

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