Manovra: alla stretta finale, domani Def in Parlamento

Spread e Borsa in tensione, ma '' Carte alla mano'', il presidente Conte confida di convincere la Ue della crescita. Dubbi su neutralità commissione

Finchè i caratteri innovativi della manovra economica del governo Conte non saranno completamente  chiariti – domani il Def, documento di programmazione economica e finanziaria, dovrebbe approdare in parlamento – la speculazione non si fermerà. Ossia continueranno gli acquisti  e le vendite sui mercati finanziari, guadagnando sulla variazione dei prezzi. Non stupisce infatti il nervosismo nella  borsa italiana e  lo spread, il differenziale fra i rendimenti dei nostri titoli di stato e quelli tedeschi, che sale e scende a seconda delle dichiarazioni da parte di esponenti istituzionali italiani ed europei. L’ultimo botta e risposta con i commissari della Ue ha spinto lo spread a quota 300. E non favorisce la  sua discesa la tensione nella maggioranza sulle stesse misure della manovra, con la Lega che attribuisce il caos sui mercati all’annuncio troppo vago del reddito di cittadinanza. Arrivare a una stretta finale alla manovra economica con la migliore spiegazione di ogni sua parte diventa quanto mai urgente.

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte deve anche intervenire, su richiesta della presidenza austriaca dell’Ue, per correggere le dichiarazioni sull’euro del presidente leghista della commissione Bilancio della Camera Borghi (‘Sono straconvinto che l’Italia con una propria moneta risolverebbe gran parte dei suoi problemi’, ha detto). ‘L’euro per l’Italia è irrinunciabile’, replica il premier dopo che la moneta unica è scivolata a 1,15 sul dollaro. ‘L’Italia è un Paese fondatore dell’Ue e dell’Unione Monetaria e ci tengo a ribadirlo: l’euro è la nostra moneta ed è per noi irrinunciabile. Qualsiasi altra dichiarazione che prospetti una diversa valutazione è da considerarsi come una libera e arbitraria opinione che non ha nulla a che vedere con la politica del governo che presiedo, perché non contemplata nel contratto posto a fondamento di questa esperienza di governo’, posta Conte su Fb.

Ma proprio dopo un incontro con il premier a Palazzo Chigi, arriva dalla Lega la frecciata agli alleati del M5s. ‘Il caos dei mercati? Nasce tutto dal reddito di cittadinanza che ancora non si sa cosa sia’, dice Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, lasciando la sede del governo dopo l’incontro con il suo collega del Senato Massimiliano Romeo. Le varie ipotesi sulle misure proposte dalla Lega, flat tax e quota cento per la riforma della legge Fornero sulle pensioni, spiega, ‘sono state studiate con diverse declinazioni, invece l’elemento che manca di capire è in cosa consiste il reddito di cittadinanza: la platea, quale sarà il meccanismo’.

Dubbi a cui risponde indirettamente la viceministra M5s dell’Economia Laura Castelli: il reddito di cittadinanza partirà ad aprile, dice, perchè prima serve la riforma dei centri per l’impiego; i soldi andranno spesi con il bancomat (non ci sarà una social card specifica); ‘la riforma vale 10 miliardi più uno per i centri per l’impiego’. Due persone della stessa famiglia hanno diritto al reddito di cittadinanza ‘calcolato con un coefficiente di equivalenza che va da 1 a 1,5, in relazione al numero di componenti del nucleo familiare’; gli acquisti saranno ‘tracciati’ per consentire i controlli della Guardia di Finanza.

Infine da Lussemburgo, al termine della riunione dell’Ecofin, il vicepresidente Dombrovskis annuncia che la Commissione Ue ‘è pronta ad applicare le regole del Patto di Stabilità sull’Italia che, con il deficit al 2,4%, oltrepassa la flessibilità concessa’, mentre il ministro austriaco Loger si augura che il ministro Tria (a Roma in anticipo per lavorare alla nota di aggiornamento del Def da presentare domani in Parlamento) ‘convinca il suo governo a rispettare le regole comuni’. Un compito difficile. Di Maio, infatti, parla di ‘colpi bassi’ dei leader europei e assicura che sul deficit al 2,4% il governo ‘non tornerà indietro di un millimetro’, mentre Salvini attacca: ‘Le minacce di Juncker e di altri burocrati europei continuano a far salire lo spread, con l’obiettivo di attaccare il governo e l’economia italiane? Siamo pronti a chiedere i danni a chi vuole il male dell’Italia’. Più cauto Conte: ‘Rispettiamo le nostre prerogative sovrane e rispettiamo altresì le Istituzioni dell’Unione Europea che abbiamo contribuito a fondare e che rimane la nostra casa comune. Ci avviamo a dialogare con le Istituzioni europee con serenità e rispetto dei ruoli, fiduciosi di poter dimostrare, carte alla mano, la bontà del lavoro sin qui fatto’. Intanto  si definisce la nota di aggiornamento al Def in un vertice  ristretto  con i vicepremier e il ministro Tria e il sottosegretario Giorgetti, mentre una riunione della cabina di regia sugli investimenti dovrà contribuire e rendere credibile l’incremento della crescita.

Anche se non si può fare a meno di avanzare qualche dubbio sulla neutralità di chi dovrà poi giudicare le ‘’carte’’ di Conte. La Commissione presieduta da Jean-Claude Juncker frutto di una stagione politica che si avvia a chiudersi con le elezioni europee del maggio prossimo, è infatti di segno opposto alla maggioranza che oggi governa in Italia.

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