Conte, statuto di Roma dovrà essere profondamente riformato

Nel discorso alla Camera, la legge di bilancio e le politiche migratorie, in cerca di un rapporto più forte con l'Europa e con più voce in capitolo

Lo Statuto di Roma capitale “dovrà essere profondamene riformato, perché sia più aderente al ruolo che la città riveste, anche in quanto sede delle massime istituzioni della Repubblica”. Lo dice il premier Giuseppe Conte in Aula alla Camera , dove presenta il programma del nuovo governo giallorosso. Al centro, la legge di bilancio e le politiche migratorie, ambiente, diritti e riforme, in cerca di un rapporto più forte con l’Europa e con più voce in capitolo.

 

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“Sono molte le sfide che ci attendono – ha detto il premier parlando della manovra – a partire dalla prossima sessione di bilancio, che dovrà indirizzare il Paese verso una solida prospettiva di crescita e di sviluppo sostenibile, pur in un quadro macroeconomico internazionale caratterizzato da profonda incertezza”. “Siamo consapevoli che questa manovra sarà impegnativa. La sfida più rilevante, per quest’anno, sarà evitare l’aumento automatico dell’Iva e avviare un alleggerimento del cuneo fiscale”.

“Scarsa formazione, carente dotazione di conoscenze e di competenze, difficoltà di conciliare vita familiare e vita lavorativa” saranno al centro dell’azione di governo. “Scuole e università di qualità, asili nido e servizi alle famiglie, specialmente quelle con figli, saranno dunque le prime leve sulle quali agire. Il primo, immediato intervento sarà sugli asili nido. Non possiamo indugiare oltre”.

Un passaggio dell’intervento di Conte è stato dedicato alla questione concessioni autostradali. “Renderemo più efficiente e razionale – ha detto il premier –  il sistema delle concessioni operando una progressiva e inesorabile revisione di tutto il sistema. Quanto al tema di concessioni autostradali avviato a seguito del crollo del ponte Morandi, porteremo a completamento il procedimento senza nessuno sconto per gli interessi privati, avendo quale obiettivo esclusivo la tutela dell’interesse pubblico e la memoria delle 43 vittime, una tragedia che rimarrà una pagina indelebile della nostra storia patria”.

“Prima di avviare le mie comunicazioni in quest’Aula – ha esordito – concedetemi innanzitutto di rivolgere un saluto e un ringraziamento al presidente della Repubblica il quale anche in queste ultime fasi determinanti per la vita della Repubblica esercitando con scrupolo le sue prerogative istituzionali ha guidato con equilibrio e saggezza ed è stato riferimento imprescindibile per tutti”. “Questo progetto politico – ha detto il premier – segna l’inizio di una nuova, che confidiamo risolutiva, stagione riformatrice”. “E’ necessario – ha detto Conte – recuperare “sobrietà e rigore affinché i nostri cittadini possano vedere con rinnovata fiducia nelle istituzioni”.

“Io e tutti i miei ministri – ha promesso – prendiamo il solenne impegno, oggi davanti a voi, a curare le parole, ad adoperare un lessico più consono e più rispettoso delle persone, della diversità delle idee. “Come ha detto Saragat – ha citato Conte – fate che il volto di questa Repubblica sia un volto umano”.

“Ho sempre inteso – ha puntualizzato Conte – il mio ruolo come servizio al Paese e nell’esercitare il mio servizio ho cercato di guardare sempre al bene comune senza lasciare che prevaricassero interessi di parte”, ha aggiunto il presidente del Consiglio.  “Il programma che mi accingo a illustrare – ha spiegato Conte – non è un mero elenco di proposte eterogenee, nè una sommatoria dei programmi delle diverse forze politiche della maggioranza. al contrario è sintesi programmatica, un progetto del Paese a favore dei cittadini.  È un programma che ha l’ambizione di costruire la società in cui vogliamo vivere noi stessi che abbiamo un po’ di anni sulle spalle ma che vogliamo consegnare ai nostri figli e nipoti nella consapevolezza che il patto politico e sociale che proponiamo si prospetta necessariamente per essere sostenibile in una dimensione intergenerazionale”.

“All’interno di questi valori, in questa cornice di riferimento costituzionalmente caratterizzata, si ascrive la nostra azione riformatrice, racchiusa in un programma, del quale sarò il garante e il primo responsabile e che cercherò di tratteggiare – nelle sue linee essenziali – in questo mio intervento”.

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