Anestesisti San Camillo,“rigettiamo accuse su uso strumenti sporchi o infetti”

La polemica dopo un articolo denuncia uscito nei giorni scorsi su Repubblica

Gli anestesisti rianimatori dell’azienda ospedaliera San Camillo Forlanini dell’Unità operativa Shock e trauma rispondono alle polemiche dei giorni scorsi (in seguito a un articolo pubblicato sul dorso locale di Repubblica qui) e in una lettera aperta “rigettano in toto le accuse loro rivolte in merito all’impiego sui pazienti di strumenti sporchi o infetti”.

Nella lettera si legge: “È indubbio che il nostro ospedale – come tutti i nosocomi del nostro Paese – stia vivendo un momento particolarmente delicato della sua storia, ed è altrettanto innegabile che tutto il personale coinvolto nell’assistenza sia chiamato da giorni a uno sforzo sovrumano per garantire assistenza sanitaria qualificata a tutti i pazienti, Covid e non. Tuttavia raccontare la stanchezza che questo carico di lavoro ci procura come elemento di causa di disinteresse e incuria totale per il benessere dei malati, è qualcosa di assolutamente inaccettabile e falso. Un’accusa che davvero non ci aspettavamo, da chi fino a ieri ci dedicava attenzione chiamandoci eroi”.

Gli anestesisti rianimatori dichiarano poi che “orgogliosamente, anche a fronte di tante difficoltà il paziente, inteso come persona e non come mero codice di accesso, è sempre il centro intorno al quale ruota tutta la nostra giornata lavorativa e che mai nessuno di noi si macchierebbe di un gesto tanto ignobile nei confronti di chi potrebbe essere nostra madre, nostro fratello, nostro figlio. A latere di questa vicenda poco decorosa che ci ha coinvolto nostro malgrado, a noi rimane la soddisfazione nell’incrociare lo sguardo grato di coloro a cui siamo riusciti a restituire un congiunto o di chi anche avendo patito una grande perdita ci ricorda con stima e affetto. A loro e a chi in queste ore ci ha pubblicamente sostenuto e difeso va il nostro grazie – conclude la lettera -, nella speranza che chi oggi ci denigra pubblicamente possa un giorno rendersi conto che non siamo nemici da combattere o abbattere mediaticamente ma alleati da difendere in una lotta che dovrebbe vederci tutti uniti”.

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